L'ingresso all'asilo? Un terno al Lotto. È quello che sta succedendo nelle scuole dell'infanzia milanesi, dove bambini che sono in salute rischiano di non entrare a scuola un giorno si e l'altro pure. Il motivo? La misurazione della febbre all'ingresso con i termoscanner, acquistati dal Comune per tutte le materne e i nidi per il triage, che non sembrano essere assolutamente affidabili.
L'ultimo caso, in tre settimane di scuola, in una strutture dell'infanzia in zona Savona ieri mattina dove due piccoli non sono potuti entrare perchè la misurazione della temperature durante il triage oscillava tra i 35.9 e i 37,4. Inutile dire che i bambini in questione non presentavano alcun sintomo, nè raffreddore nè tosse. Nonostante il termometro ascellare in dotazione alla stessa struttura segnasse 36,6 gradi il piccolo non è stato fatto entrare perché «quello che fa fede è il termoscanner». Anche il termometro ascellare di casa segnava 36 gradi. Così dopo un paio d'ore. In sostanza il bambino è sano, ma non si sa se riuscirà ad entrare all'asilo questa mattina, con le ovvie conseguenze che questo comporta per la famiglia.
Stessa scena per una compagna che frequenta la medesima struttura: il termoscanner segnava tra i 36.8 e i 38 gradi. La piccola non è potuta andare all'asilo nonostante godesse di ottima salute e a casa il termometro segnasse 36 gradi. Così agli stessi genitori dei due bimbi è stata rilevata, con i medesimi strumenti, una temperatura di 34 gradi.
In sostanza nella stessa mattina sono stati bloccati due piccoli la cui temperatura «oscillante» era superiore ai 37 gradi ma inferiore ai 37,5, in assenza, per altro di sintomi, in contrasto con quanto prescritto dal protocollo Covid e dal Patto di corresponsabilità siglato dalle famiglie.
Al contrario nelle primarie, dove la responsabilità di misurare la temperatura prima di arrivare a scuola è in capo alle famiglie, la struttura si deve fidare della correttezza e del senso di responsabilità dei genitori. Paradossalmente è come se un bambino di 5 anni, iscritto alla materna, e uno di 6, quindi della primaria, magari della stessa famiglia vivessero in due mondi paralleli ma diversi, dove le regole, il codice di comportamento e gli stessi strumenti sono differenti. Dov'è la logica? «Non c'è - replica Roberto Marinello, pediatra di libera scelta e consigliere della sezione lombarda della Società italiana di Cure primarie pediatriche - per due motivi: non è pensabile affidare la misurazione a termoscanner che si è dimostrato non essere affidabili, servono almeno tre misurazioni per poi considerare la media. Non solo, la temperatura corporea di per sè non è indicativa di malattia perché può essere dovuta a lieve disidratazione, agitazione o semplicemente al fatto che il bimbo sia arrivato a scuola di corsa.
Così non si possono considerare i sintomi isolati, come tosse o semplice naso che cola come campanelli di allarme per il Covid, perchè abbiamo visto che si tratta di una malattia che si manifesta con più sintomi insieme, altrimenti tutto può essere Covid, ma così non se ne esce».
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