Tira il «pacco» al calciatore africano: spedito in Nepal, la squadra non c'è

Arrestato il procuratore, chiesta l'estradizione in Mauritania

Luca Fazzo

Milano crocevia di speranze in calzoncini corti, di ragazzi e ragazzini che sognano le glorie del calcio e finiscono nel vortice dei procacciatori e procuratori, quelli come il Gatto e la Volpe di Bennato: «Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai, noi sapremo sfruttare le tue qualità». E si sa, nel 99 per cento dei casi, come va finire.

Cosa ci faceva a Milano il signor I.L.G., 33 anni, senegalese, di professione procuratore di calciatori, non è chiarissimo. Una ipotesi è che fosse qua di passaggio, nei suoi svariati spostamenti da globetrotter del mercato calcistico. Ma c'è anche chi ipotizza che si trattasse di una visita mirata, con un obiettivo preciso: un nuovo asso da mettere in scuderia e da piazzare al migliore offerente.

Ma qui, all'inizio di marzo, è incappato in un controllo dei carabinieri del Radiomobile. E quando hanno inserito il suo nome nel terminale, ai militi dell'Arma si sono accese le lucine d'allarme. Perché il procuratore senegalese è un ricercato internazionale, inseguito da un mandato di cattura per truffa, per il «bidone» che avrebbe tirato a un giovane calciatore africano: sedotto col miraggio di un posto in una squadra nepalese, e spedito come un pacco nel paese dell'Himalaya. Dove ad aspettarlo non c'era un posto in squadra, anzi nemmeno la squadra. Per sei mesi il ragazzo è rimasto malinconicamente a aspettare che qualcosa accadesse. Poi ha raccolto le scarpe con i tacchetti e i calzoncini, è tornato in patria, e ha denunciato il procuratore, che con la promessa dell'ingaggio gli avrebbe scucito tre milioni di franchi africani.

Il problema è che il ragazzo viene dalla Mauritania: uno dei paesi più poveri dell'Africa ma anche un posto dove i diritti civili sono spesso calpestati, e sopravvivono forme di schiavitù. A firmare l'ordine di arresto per I.L.G.

è stato il giudice investigativo di Nouakchott Ouest: ma quali garanzie ci sono che una volta estradato in Mauritania il procuratore non subisca trattamenti inumani? Così adesso saranno i giudici del tribunale di Milano a decidere se la richiesta di I.L.G. vada accolta o se, come chiedono i suoi legali Mauro Straini e Eugenio Losco, vada tutelato il suo diritto all'incolumità fisica.

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