Un Topo del sottosuolo mette in scena l'incubo di Dostoevskij

Al Parenti adattamento di Alberto Oliva In «Wikipiera» Degli Esposti recita se stessa

Antonio Bozzo

Come spesso accade, è nelle sale del Franco Parenti che la curiosità viene stimolata con intelligenza. Questa settimana con due spettacoli: Il topo del sottosuolo (Sala Treno Blu, fino al 4 dicembre) e WikiPiera (Sala A, dal 1º all'11 dicembre). Il primo fa parte della Prospettiva Dostoevskij, tre messinscena, lezioni e incontri, dedicati al grande scrittore dell'Ottocento russo. «Il topo» è tratto da «Delitto e castigo», adattato da Alberto Oliva (che lo interpreta) e Mino Manni (il regista). È un viaggio nella mente del giocatore Svidrigajlov, che scommette senza riguardi con il destino. Un eroe del sottosuolo, dei mondi pieni di incubi che nostro fratello Dostoevskij ha descritto con impareggiabile lucidità. D'altro tipo lo spettacolo che debutta giovedì. Qui Piera Degli Esposti ripercorre la lunga carriera intervistata da Pino Strabioli. In scena lei e lui: uno scarno interrogatorio che fa apparire, grazie alle parole, le molte persone di valore incontrate da Piera. Si parla di De Chirico, Lucio Dalla, Marco Ferreri, Eduardo De Filippo, D'Annunzio, Achille Campanile. Degli Esposti mancava da dieci anni, dalle scene. «Preferisco essere raccontata in vita che da morta», ha detto l'attrice, presentando l'atteso ritorno. Da non perdere: la vita di Piera è davvero un'enciclopedia (da lì il titolo che evoca la più frequentata miniera di notizie in Rete).

Al Teatro dell'Arte alla Triennale, appuntamento d'altissimo livello con Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, presentato da Fornasetti. L'opera di Mozart-Da Ponte è quella del manoscritto di Praga, dove il «Don Giovanni» debuttò nel 1787, prima di essere aggiustato per il pubblico viennese, l'anno successivo. L'orchestra Silete Veni! è diretta da Simone Toni, progetto e scenografia sono di Barnaba Fornasetti, costumi di Romeo Gigli, regia di Davide Montagna.

Tra i sette artisti del canto, il baritono Riccardo Novaro è Don Giovanni, Renato Dolcini dà voce a Leporello, Emanuela Galli è Donna Elvira. Alla Sala Banterle in largo Corsia dei Servi 4 - luogo teatrale de Gli Incamminati che si sta ritagliando un importante perimetro - vedremo invece (dal 1º al 4 dicembre) La ricotta di Pier Paolo Pasolini con Antonello Fassari. Lo spettacolo, costruito su un racconto del 1964, mette in scena la ricerca del sacro, da parte degli ultimi, che fu centrale nell'opera dello scrittore. Al Teatro della Cooperativa di via Hermada 8 va in scena, fino all'11 dicembre, La bottega del caffè di Carlo Goldoni, con regia di Marco Di Stefano.

Scritta nel 1750, la commedia che si proponeva - come tutti i capolavori goldoniani - di ridere delle miserie umane è stata affrontata senza soggezione da Chiara Boscaro e Di Stefano; hanno trasportato la vicenda, senza alterarne il senso, ai giorni nostri, intorno a video e macchinette responsabili della ludopatia.

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