Che effetto fa tornare al Vigorelli?
«É una grande emozione. Un'emozione girare con la stessa bici dell'86»
Da quando non la usava?
«Esattamente da allora. Non ci ero più salito»
La differenza con le bici di oggi?
«Totale. É cambiato tutto: i materiali, le impostazioni, la tecnica. Ed allora questa bici con le lenticolari era rivoluzionaria»
E la pista come l'ha trovata?
«Molto bella. Mi sembra addirittura più veloce di quella dell'86 quando feci il record dell'ora dopo quello in altura a città del Messico»
Due tentativi...
«Sì due tentativi perchè la prima volta c'era troppo vento...»
Cosa ricorda di allora?
«I ricordi sono tanti. Ma soprattutto mi ricordo che andavo forte e qualche piccolissima scheggia di legno che si staccava dai listelli mi si era conficcata nei polpacci»
Il prezzo da pagare per un record?
«Sì, forse sì»
Ha ancora senso oggi il record dell'ora?
«Certo. I record hanno sempre senso. Sono fatti per essere battuti ma soprattutto servono per crescere. E' la ricerca dei record che porta a modificare le bici e a migliorarle. Ora bisognerà battere quello di Bradley Wiggins che è di oltre 54 orari. Sarà durissima far meglio»
I nostri al Tour?
«Aru può far bene, ma se Nibali si trova davanti non è che si ferma...»
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