«Tre cordate in gara per la linea 4 del metrò»

Pensare a una Milano con dieci linee di metrò, passanti e ferrovie è un sogno. Ma «Virginia Wolf diceva che i sogni dobbiamo viverli realizzandoli». E il nuovo Pgt, il Piano di governo del territorio che ridisegna il futuro, è l’occasione giusta. Lanfranco Senn, professore alla Bocconi e presidente di Mm (Metropolitana milanese), guida la società di proprietà del Comune che ha questo difficile compito.
Professor Senn, a Parigi Letizia Moratti, sindaco e commissario straordinario, ha promesso che per il 2014 saranno realizzate tutte le opere progettate per l’Expo.
«È l’impegno comune. E interesse di tutti riuscirci».
Le troppe lentezze?
«Spesso gli ostacoli sono di tipo culturale o processuale. È difficile far passare nella mentalità comune la collaborazione con un socio privato. Pensiamo alle polemiche sull’acqua».
Il pubblico garantisce i più deboli.
«Io dico che servizio pubblico non significa necessariamente offerto dal pubblico. Ma sicuramente significa fatto per il pubblico. Per i cittadini».
Il problema sono i soldi.
«È per questo che per la linea 4 abbiamo escogitato un nuovo strumento finanziario. Prima le infrastrutture erano realizzate dal pubblico con un grande dispendio di risorse o dal privato al quale era poi data in concessione l’opera. Un’autostrada con l’incasso dei pedaggi per un certo numero di anni».
E invece?
«Private public partnership, il partenariato pubblico-privato. Una società con il pubblico che resta in maggioranza e la scelta di un socio privato che collabora alla realizzazione e alla gestione dell’opera».
Il vantaggio?
«Il controllo del pubblico sul mantenimento degli obiettivi sociali dell’opera e l’efficienza del privato».
Con sospetti di pastette ogni volta che si sceglierà un socio piuttosto che un altro?
«Se le gare saranno fatte correttamente il rischio non c’è».
Il bando per trovare un socio per la linea 4 è di tre anni fa.
«Il problema sono i fondi. Per le due tratte, 21 fermate e 15 chilometri da Lorenteggio a Linate, servono 1,7 milioni di euro. Dei quali 786 del governo, 401 del Comune e 512 dei privati».
I fondi ora ci sono.
«Nel frattempo Mm non ha perso tempo. A nostre spese (un milione e 200mila euro), abbiamo fatto gli scavi archeologici e portato avanti la progettazione. Appena ci sarà il socio dovremo cominciare a correre. Il 2014 non è lontano».
Il governo vi ha fatto sospirare i finanziamenti.
«Un progetto e un piano economico-finanziario credibile hanno convinto il Cipe a sbloccare i fondi».
La ricerca del socio?
«C’è l’interessamento di tre cordate. Ora il Comune manderà le lettere di invito per le offerte. Sarà scelta la migliore».
Qualche scadenza?
«A gennaio il bando di prolungamento della M1 Sesto-Monza, a febbraio 2011 la consegna della tratta M3 Dergano-Comasina, quattro fermate che termineranno il prolungamento a Nord. A fine 2015 Famagosta-Assago».
Il futuro di Mm?
«Abbiamo ottenuto dal Comune un contratto di servizio per progettare altre opere oltre le metropolitane. La risistemazione di via Paolo Sarpi, ma anche piste ciclabili, viabilità, caserme, parcheggi».


Altri progetti?
«Grazie al decreto anti-crisi di questo governo potremo andare anche all’estero. Torno dall’India dove Mumbay vuole costruire 450 chilometri di metropolitana. Poi Tunisia, Colombia, Irak. Siamo un’impresa che serve il pubblico, ma competitiva anche sul mercato».

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