Tutti contro l'Expo Gate Porta del 2015 a rischio flop

Partiti, comitati e vip contestano il costoso infopoint del Castello Una mozione della Lega per spostarlo. E nessuno sa che fine farà

Tutti contro l'Expo Gate Porta del 2015 a rischio flop

Ora anche la Lega sbatte le porta in faccia al Castello. Mentre il consiglio di zona 1 e la Triennale studiano i progetti che dovranno ridisegnare piazza Castello, continua la guerra della città a Expo Gate, la porta virtuale all'esposizione universale. Il capogruppo della Lega in Comune Alessandro Morelli ha depositato una mozione per chiedere alla giunta e al sindaco «di intervenire per un rapido spostamento delle due strutture in un'area più confacente».

«Il consiglio non ha mai potuto esprimersi sull'Expo Gate, nonostante le numerose sollecitazioni e richieste - spiega Morelli - eppure non piace: non ho sentito nessuno, dai miei colleghi, ai cittadini, ai comitati della zona, critici d'arte e architetti dire che è bella. La «porta» di Expo non piace a nessuno, a partire dai cittadini, quindi è giusto che venga spostata». Non solo una questione estetica, «con i suoi chioschetti che vendono bibite e gelati - continua Morelli - sta oggettivamente danneggiando le attività della zona».

Dopo la sinistra, dai consiglieri comunali al circolo Pd Città mondo fondato da Stefano Boeri - che ha raccolto 1000 firme contro in due settimane -, ora anche l'opposizione lancia il guanto delle sfida. Il timore, a destra come a sinistra, è che l'Info Point firmato Scandurra studio, costato la bellezza di 3 milioni di euro, non si sposti più da via Beltrami. Il bando di concorso a inviti, che ha visto la partecipazione tra gli altri di Cino Zucchi, Italo Rota, Mario Bellini, prevede che al termine dell'esposizione, ovvero il 31 ottobre, la proprietà passi al Comune, che dovrà deciderne il destino. L'idea era quella di chiedere ai milanesi cosa farne. Una questione che si intreccia a doppio filo con il referendum sulla riqualificazione di piazza Castello pedonale. Al di là delle proposte elaborate dagli studi e del fatto che il Comune abbia sollecitato i progetti prima di definire il budget (con il risultato che certe idee verranno escluse a priori) non sembra che abbia una strategia e idee chiare sul futuro della piazza, porta inclusa.

Così se la Tour Eiffel è ancora lì, oltre un secolo dopo, piuttosto ingloriosa fu la sorte della sala stampa dei Mondiali 90: vennero spesi due miliardi per spostare la tensostruttura (da 3 miliardi di lire) alla Barona dopo una lotta fratricida tra consigli di zona per aggiudicarsi quello che diventò un centro per il degrado.

Per Vittorio Sgarbi, Ambasciatore Expo per le belle arti della Regione Lombardia che ha bollato l'operazione Expo Gate «una follia spendere, cioè buttare, milioni euro che si sarebbero potuti utilizzare per restaurare un castello lombardo, una cascina, un monumento» anche il sito espositivo è da bocciare.

«L'Expo sorge nel vuoto, nell'area più brutta di Milano - ha detto ieri ai microfoni di Klaus Davi - e così hanno giustificato una spesa di 10 milioni di euro per conferire il segno dell'Expo con cose tipo l'Albero della Vita».

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