Sold out a Porta Nuova. Il nuovo quartiere dell'Isola ha registrato il tutto esaurito. «La domanda di appartamenti è tuttora altissima e non riusciamo ad evaderla» ammette Manfredi Catella, a capo della neonata Coima sgr. I soci emiri, che non hanno affatto fretta di vendere, hanno deciso di lasciare giusto 120 case vuote, da affittare, sulle 380 disponibili. Lasciata libera, ma con un progetto già in caldo, anche la torre Diamond.
Mentre il quartiere prende vita, Catella si guarda attorno e mette gli occhi sull'ex grattacielo dell'Inps in via Melchiorre Gioia 22: per dare nuova vita al palazzone abbandonato ha «arruolato» per la seconda volta Gregg Jones (studio Pelli Clarke Pelli), lo stesso che ha seguito il progetto di Porta Nuova e che ha contribuito a cambiare lo sky line di Milano con il quartiere delle torri. Squadra che vince non si cambia. Ancora top secret il piano messo a punto, ma è ufficiale che il gruppo abbia partecipato al bando, indetto dalla società Investire sgr per ristrutturare il grattacielo a un passo da Porta Nuova: 19 piani fuori terra e tre interrati, per una superficie lorda complessiva di circa 40mila metri quadri.
Catella si lascia sfuggire che ha in serbo anche «un'idea» per il dopo Expo. «Ma non dico nulla, lo sa solo mia moglie». Quel che invece è certo è che Porta Nuova è un progetto urbanistico unico che non avrebbe senso replicare in altre aree dismesse di Milano. «Non è vero - sostiene Manfredi Catella - che le città più grandi sono meglio è. Prima di dire 'allarghiamo', pensiamo al fatto che non servono più le mega città. È cambiato il modo di spostarsi e di lavorare». Quindi è chiaro che Porta Nuova sia stato un unicum. A ripercorrere le tappe della storia del più grande cantiere urbano di Milano è un libro, intitolato «Milano, Porta Nuova» e curato da Luca Molinari e Kelly Russel Catella. Un excursus tra immagini, rendering, aneddoti e le foto di Gabriele Basilico per ricostruire le tappe dell'impresa che ha ridato vita a una parte della città rimasta abbandonata tra le pozzanghere delle ex Varesine, lo scalo ferroviario e i campi nomadi. La trasformazione, con tutte le sue difficoltà, viene raccontata dai protagonisti che hanno lavorato sull'area: da Cesar Pelli a Stefano Boeri e allo studio Kpf.
Ed è lo stesso Catella a raccontare qualche tappa del lungo percorso. A cui ha partecipato, per circa otto mesi di collaborazione, anche l'archistar Renzo Piano che, pare, si sia sfilato dall'avventura perché avrebbe voluto curare in prima persona tutta la progettazione esecutiva. Ripercorrendo le «fatiche» per arrivare a realizzare il nuovo quartiere, il numero uno di Coima sgr ricorda lo sgombero della Stecca e le contestazioni del quartiere.
I contestatori del centro sociale Pergola avevano occupato, nel 2007, la sede del vecchio Pci in via Volturno e si opponevano al quartiere dei grattacieli. «Ma non sapevano che io mi ero fatto le ossa dalle case popolari - spiega Catella - Andai da loro e cercai di capire i motivi della contestazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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