Quando si è messo in macchina sotto leffetto di un mix di droga e tranquillanti «ha voluto rischiare lincolumità propria e soprattutto quella altrui», perché la sua capacità di guida era «carente» nelle «condizioni psicofisiche in cui si trovava», con un comportamento che può essere qualficato come «disprezzo totale delle regole». Così i giudici della prima Corte dAssise dappello hanno motivato la condanna a 14 anni di carcere per omicidio volontario a carico di un giovane che nel 2008 si schiantò contro lauto di una ragazza appena laureata, uccidendola.
Lo scorso febbraio, la Corte aveva ribaltato la sentenza di primo grado - con cui Alessandro Mega, 31 anni, era stato condannato a 4 anni e 8 mesi per omicidio colposo - infiliggendo, nel processo con rito abbreviato (e quindi con la pena scontata di un terzo), una condanna esemplare per un cosiddetto «omicidio stradale», riconoscendo lomicidio volontario con dolo eventuale, come già aveva chiesto il pm in primo grado. Mega, quando si mise in macchina quella sera del 31 ottobre 2008, aveva da poco assunto cannabis e un tranquillante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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