Continua il botta e risposta tra il sindaco Giuseppe Sala e il ministro dell'Interno Matteo Salvini sulla festa del 30 giugno per il cinquant'anni della Curva Nord dell'Inter ai Giardini Montanelli.
Ieri il leader leghista è tornato sull'argomento, dopo che nelle ore precedenti il primo cittadino aveva detto, in sintesi: lasciamo pure la gestione del ritrovo ultrà al Viminale... «Il sindaco faccia il sindaco, non faccia il furbo - così Salvini a margine della visita all'università Cattolica -. Lo deve decidere il sindaco del Comune di Milano. Io garantisco l'ordine pubblico, poi non sono io il sindaco di Milano che decide se si va nei giardinetti, alla stazione, al parco, in piazza o in cima a un grattacielo». E ancora: «Io garantisco che si svolga regolarmente poi se lo fanno all'Idroscalo, ai giardinetti, al Parco Sempione o nel parcheggio di un supermercato non sta a me deciderlo». Lo stesso Sala, sempre ieri, ha ribadito: «Se il ministro Salvini è in grado di garantire la sicurezza, parlando con la Questura, per me va bene. Non ci sono polemiche né scaramucce».
La scelta del luogo per la festa della Curva Nord ha suscitato diverse proteste, legate a diversi aspetti. Da una parte quello della sicurezza e dell'ordine pubblico, dall'altra quello della logistica e dei disagi che colpirebbero gli abituali frequentatori del parco in centro città. Si aggiunge la questione del delicato equilibrio dei giardini, sia dal punto di vista storico e architettonico sia naturalistico. L'afflusso di un gran numero di persone, per di più intenzionate a fare festa, rischia di avere un impatto negativo. In questo senso si erano detti contrari alla giornata dei tifosi nerazzurri al parco i Verdi e il comitato Agiamo-Amici dei Giardini Montanelli. «L'utilizzo di un piccolo parco storico pubblico del tardo 700 - scrive il comitato - per manifestazioni di grande affollamento che concentrano in poche ore decine di migliaia di persone in spazi ristretti confinanti con aree giochi bimbi, monumenti, palazzi e alberi storici, non dovrebbe essere oggetto di dibattito né politico e né amministrativo. Si tratta semplicemente di una location sbagliata, inadeguata e pericolosa».
Il comitato interassessorile di Palazzo Marino aveva in un primo momento dato il via libera. Poi, dopo le proteste dei cittadini appunto, aveva revocato l'autorizzazione. Infine è arrivata la presa di posizione di Salvini, in seguito alla quale Sala ha dichiarato che la kermesse si può fare. Rimane quindi l'incertezza sulla decisione finale, e ufficiale, tra rimbalzi di battute e dichiarazioni del sindaco e del titolare del Viminale.
I due, per inciso, sono su fronti opposti non solo politicamente ma anche calcisticamente: Sala è tifoso interista, mentre Salvini è milanista. A questo punto una telefonata per decidere il da farsi, condita di fair play, sarebbe una buona idea.
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