Ventenne con 500mila euro in borsa

Ventenne con 500mila euro in borsa

Un colombiano di 20 anni in arrivo dal Sudamerica con tappa a Madrid e prosecuzione Singapore, non poteva passare inosservato. Così i finanzieri di Malpensa gli hanno dato un bella controllata, scoprendogli addosso oltre mezzo milione. Soldi sicuramente incassati in Spagna da qualche acquirente di cocaina. Le Fiamme gialle hanno sviluppato le indagini riuscendo a individuare una rete di corrieri che riforniva mezza Europa. In manette 21 soggetti di varia nazionalità intercettati con 34 chili di droga in otto diversi aeroporti tra cui lo stesso scalo varesino, che conferma così la sua centralità nel traffico internazionale di stupefacenti.
L'operazione nasce nelle scorse settimane quando la Finanza individua il giovanissimo colombiano partito da Panama con destinazione Singapore, dopo brevi scali a Madrid e appunto Malpensa. I militari gli hanno rovesciato i bagagli scovando oltre 500mila euro nascosti nel doppiofondo di un trolley e di uno zaino, subito sequestrati. Quell'ingiustificato possesso di denaro, vista anche la nazionalità e i suoi balzi da un continente all'altro, poteva significare una sola cosa: lavora per i narcotrafficanti, soliti dividere le varie fasi della loro attività criminale. Nel narcotraffico infatti non c'è un'unica banda che gestisce l'intero «processo» ma più organizzazioni che si occupano di produrre, commercializzare, finanziare e rivendere. E la «merce» solitamente viene pagata parte in anticipo, parte alla consegna.
Dunque il colombiano doveva essere una sorta di «esattore», incaricato di ritirare il saldo dagli acquirenti una volta ricevuta la cocaina. Il mezzo milione dunque doveva essere stato incassato in Spagna e probabilmente durante il suo breve soggiorno italiano avrebbe riscosso altri soldi. Le porte d'accesso della droga in Europa sono infatti sostanzialmente tre: Spagna, Olanda e Italia, in particolare Malpensa. Per questo il gruppo Gdf dell'aeroporto è particolarmente specializzato nel narcotraffico. E nello scalo è stato allestito un «ovulatorio» dove far espellere ai corrieri le confezioni di stupefacente trasportato in pancia.
Gli investigatori hanno quindi sviluppato i contatti avuti del colombiano a Madrid, analizzando i «profili» di alcuni viaggiatori in arrivo dal Sudamerica e ripartiti, dopo soggiorni di poche ore, riuscendo a ricostruire la rete dei corrieri.

E nei giorni scorsi hanno fatto scattare le manette: 3 italiani, 4 nigeriani, 1 spagnolo e 13 paraguayani sono stati fermati tra Linate, Bologna, Fiumicino, Caselle, Parigi, Valencia, Madrid e Barcellona. Le varie polizie hanno recuperato 34 chili di cocaina, parte nascosta nel doppiofondo dei bagagli parte in ovuli ingoiati. Una pratica che spesso si rivela mortale per i corrieri.

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