VERSO LE URNE

Basta mega manifesti col faccione che sorride, niente kit del candidato e pochi gadget. Terribilmente démodé le grandi cene, le serate in discoteca con il bar aperto a tutti, i convegni e le convention all'americana nei palazzetti. La parola d'ordine è anche in questo caso la fin troppo invocata sobrietà. E quella a cui si preparano i candidati è una campagna elettorale assolutamente low profile e soprattutto low cost. Anche perché questa volta le spese saranno passate al setaccio e per tutti c'è il terrore di finire nelle maglie dei magistrati. «Gli elettori - racconta un consigliere regionale uscente abituato a frequentare la Brianza - ci chiede una sola cosa: lavoro, lavoro e lavoro. Che siano piccoli imprenditori, dipendenti di fabbriche in crisi o giovani a caccia del primo impiego, la domanda è sempre la stessa». E allora più che grossi comizi, tanti incontri sul territorio e poi l'assalto ai social network con la speranza (o l'illusione) che il tweet raggiunga le grandi masse. Intramontabili le comparsate nelle tivù locali, dato che qui si parla di elezioni regionali, visto che vigente ancora il «Porcellum», la legge elettorale più pazza del mondo, ai big schierati per Camera e Senato la campagna elettorale non servirà. Per vincere la lotteria del seggio in Parlamento, a loro basta aver ottenuto un posto «in alto» nella lista.
E così da oggi parte la via crucis dei candidati alle Regionali che, dopo la chiusura delle liste per le politiche, dovranno difendere con i denti il loro posto dall'assalto dei trombati che in cambio alla porta chiusa a Roma, vorranno un paracadute in Lombardia. Dove, però, ci sarà da scarpinare perché si corre con preferenza unica e quindi non basta affiancarsi a un big per vedersi tirare la volata. Ecco perché assume un particolare significato il testa a testa nel Pdl tra due big come il coordinatore regionale Mario Mantovani e il presidente della Provincia Guido Podestà. Che proprio per questo sta cercando di convincere uomini della sua corrente come Bruno Dapei e Fabio Altitonante a rinunciare alla corsa per concentrare su di lui tutte le energie. Difficile che ci riesca, visto che Stefano Maullu ha già deciso di aspettare le europee dell'anno prossimo e appoggiare Altitonante. Mentre l'assessore Luca Squeri mostrerà la sua riconoscenza a Mantovani che gli ha trovato un posto alla Camera nel collegio Lombardia 3. Compatta invece la pattuglia dei ciellini di rito formigoniano che dopo aver piazzato Paolo Alli alla Camera è pronta alla prova di forza schierando Stefano Carugo a Monza, Raffaele Cattaneo a Varese, Mauro Parolini a Brescia, Patrizio Tambini a Como e a Milano uno tra Carlo Masseroli e l'ex sindaco di Magenta Luca Del Gobbo. In campo Valentina Aprea, Alessandro Colucci, Giulio Gallera e forse Doriano Riparbelli. Fino all'ultimo in bilico tra Camera e regionali il presidente dei farmacisti italiani Andrea Mandelli, candidato l'anno scorso dal Pdl sindaco di Monza.

Da risolvere la questione del giovane sindaco «formattatore» di Pavia Alessandro Cattaneo. Roberto Maroni lo vuole suo vice presidente, ma se la decisone dovesse essere rimandata a dopo il voto, potrebbe aspirare al posto in lista.

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