Vertice dei renziani a Palazzo Marino

Da Fiano a Quartapelle, le mosse per «replicare» a Majorino e compagni

Vertice dei renziani a Palazzo Marino

La prima ad uscire è la deputata Lia Quartapelle, qualche minuto dopo sfila il collega in Parlamento Emanuele Fiano poi in blocco il segretario metropolitano Pietro Bussolati, l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran e il capogruppo Filippo Barberis. Vertice dei renziani del Pd ieri mattina a Palazzo Marino. A quanto pare non ha partecipato la vicesindaco Anna Scavuzzo, l'unica che ha l'ufficio a Palazzo Marino (e l'unica del gruppo ancora palesemente turbo-renziana, Quartapelle è diventata anima critica dopo l'iniziale esclusione come capolista del collegio 2 a Milano). Non si comprende bene come mai la corrente abbia scelto proprio la sede istituzionale per ragionare sulle strategie di partito, ma tant'è. I deputati e gli esponenti milanesi hanno cominciato a ragionare su un evento pubblico di area da organizzare nel mese di maggio in città. Anche per non rimanere nell'angolo.

L'assessore Pierfrancesco Majorino, anti renziano, ha già organizzato per il 5 maggio «Rifare il Pd, rifare la sinistra», un tentativo di ripartire da Milano dopo il deludente risultato del voto elettorale, recuperando anche il mondo dei pisapiani e gli esponenti di Liberi e Uguali che sono andati divisi alle Regionali. Sul palco saliranno anche il sindaco Beppe Sala, l'ex candidato governatore Giorgio Gori e il segretario metropolitano Bussolati, a sottolineare che sono invitati anche i renziani. Domani è la volta di «Insieme per opensare, per reagire», incontro pubblico promosso all'Acquario civico dalla Sinistra Pd con Gianni Cuperlo, Barbara Pollastrini, Enrico Brambilla, Antonio Misiani. Sarano presenti anche Sala e il segretario reggente Maurizio Martina, invitati il segretario regionale Alessandro Alfieri e Bussolati.

Non è iscritto al Pd ma è il sindaco d'Italia che parla più spesso del Pd è la battuta che circola tra i colonnelli renziani su

Beppe Sala. Ieri intervistato da Radio 105 ha dichiarato che «siamo lontani dalla possibilità di formare un governo» e, facendo una battuta, si è definito ormai «come un panda», uno dei pochi sindaci rimasti di sinistra.

ChiCa

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