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Vie d'acqua: «Da Acerbo danno erariale di 1,5 milioni»

Un danno erariale che supera il milione e mezzo di euro. Lo contesta la Procura regionale della Corte dei conti ad Antonio Acerbo per la vicenda legata al progetto, realizzato solo in parte, delle Vie d'acqua.

L'atto di citazione è stato notificato ieri dai magistrati contabili nell'ambito del procedimento di responsabilità amministrativa relativo alla gara indetta da Expo 2015 per i lavori per le Vie d'acqua sud-canale e collegamento Darsena-Expo/Fiera spa. Il procedimento di responsabilità erariale è stato avviato dalla Procura della Corte dei conti in collaborazione con il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Ed è nato in conseguenza dell'indagine penale della Procura della Repubblica. Acerbo era presidente della commissione aggiudicatrice dell'appalto che prevedeva il collegamento via canali del sito espositivo con la Darsena. Appalto aggiudicato da un'associazione temporanea di imprese guidata dalla G. Maltauro Costruzioni per oltre 42,5 milioni di euro, con un ribasso del 23 per cento. All'ex manager di Expo sono stati contestati: il danno non patrimoniale all'immagine della società, il danno patrimoniale da tangente e il danno alla concorrenza. L'atto di citazione rappresenta una sorta di richiesta di rinvio a giudizio. Il danno all'immagine è quantificato in 372mila euro; quello da tangente in 186.300 euro (di cui 100mila già versati); quello alla concorrenza in 1.342.

816 euro «computati - si legge nell'atto -, in via principale, con il criterio del 10% sull'importo dei lavori eseguiti (mancato guadagno con criteri di convenienza economica per la Pa) ed in subordine, euro 193.394, computati sulla seconda offerta rilevata in graduatoria (criterio dell'aspettativa contrattuale perduta in concreto)».

RC

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