Vita di Appiani, il pittore di Napoleone

Brera presenta oggi il più importante volume sul maestro lombardo

Lucia GalliIl padre lo voleva medico. Lui fece il pittore. Per fortuna, come in molti altri casi, a spuntarla sono i figli sui padri. Così fu per Andrea Appiani, che a papà Antonio le cantò chiare già da ragazzino. «Veda, signor padre, a 15 anni son sull'uscio delle belle arti, sto per entrare nel santuario che mi tocca il cuore. Che cosa sarei a 15 anni in faccia all'arte medica, eterna ad apprendersi?». Un escamotage che gli valse infine l'appoggio della famiglia alla sua carriera e che ci consegna una delle figure artistiche più complete dell'Illuminismo milanese ed internazionale. Studiò Raffaello, Romano, Leonardo e Luini. Andrea Appiani (1754 1817) da oggi viene celebrato come conviene e come, fino ad ora, forse, non si era fatto appieno anche grazie ad un nuovo volume presentato stasera alla Pinacoteca di Brera (Alle 18, Sala della Passione) che ricostruisce, fra l'altro, il valore delle sue opere milanesi, in primis quelle per palazzo Reale, distrutte nei bombardamenti del 1943. «Andrea Appiani, pittore di Napoleone - Vita, opere e documenti» è curato da Francesco Leone per Skira (pagg 368 euro 42). «Figura complessa, talvolta inafferrabile», spiega il curatore, «quest'opera colma una lacuna sulla sua figura». Per parlare di questo artista «totale» a Brera si alterneranno, oltre al direttore James Bradburne, anche Aldo Bassetti, Marco Carminati, Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti. «Pittore a olio sperimentale, sprezzante e prolifico, innovatore, attraversò - spiegano gli studiosi la Milano asburgica e napoleonica». C'è un fil rouge fra Milano e la Brianza che ci parla di Appiani: un busto a Brera, una via in centro a Milano, un'altra a Monza perché l'altare maggiore del Duomo della città di Teodolinda, così come il ciclo di «Amore e Psiche» alla rotonda della villa Reale monzese, portano la sua firma. Fuori Milano Appiani firma pitture anche fra i boschi di Caglio o sulle rive del lago ad Arona e ad Oggiono. Artista «tuttofare», fu autore di scenografie teatrali anche per la Scala, decoratore di carrozze, perfino fiori su seta, regista delle feste del nuovo potere. Amico di Piermarini e di Parini, con cui condivideva le origine sempre nella Brianza di Bosisio, conobbe Foscolo e Monti. Matrimonio felice con Costanza Bernabei e quattro figli da cui discenderà quel Andrea Appiani «il giovane» che poi collaborerà con Francesco Hayez.

L'incontro che però gli cambiò la vita fu quello con Napoleone: era il 1796 e l'imperatore lo nominò «commissario superiore» con l'incarico di selezionare le migliori opere del lombardo - veneto da mandare a Parigi, missione che Appiani portò a termine solo in parte, per via di una malattia. Ma il sodalizio con Napoleone gli garantì altri incarichi di prestigio, come la costituzione della Regia galleria di Brera.

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