Paola Fucilieri
Il 7 dicembre scorso, alla Scala, la sua presenza era attesissima. All'ultimo momento, però, fu costretto a saltare la Prima della stagione inaugurale, la «Madama Butterfly» di Giacomo Puccini. Qualcuno, per qualche bizzarra ragione, pensò che il presidente della Repubblica con la sua assenza avesse voluto in un certo qual modo «snobbare» Milano. No, non Sergio Mattarella. Rimasto a Roma per una crisi di governo fattasi sempre più preoccupante.
Aveva promesso però di venire «per rendere omaggio a una delle istituzioni liriche più prestigiose e apprezzate del mondo». E ieri - in concomitanza con la visita del Pontefice sotto la Madonnina e a Monza - anche il presidente della Repubblica era qui. Insieme, a Milano, per la prima volta da quando uno è diventato Capo dello Stato e l'altro Papa. Poco importa (anche se qualcuno, nelle scorse settimane, aveva supposto un vis à vis velocissimo all'aeroporto di Linate, ndr) che non si siano incontrati: entrambi hanno reso questo 25 marzo 2017 un giorno davvero «speciale, memorabile, per tutta la città» come ha dichiarato il sindaco Beppe Sala.
Il presidente è arrivato infatti ieri sera intorno alle 19.30 appositamente per assistere al concerto straordinario organizzato dal Teatro alla Scala per i 150 anni dalla nascita del grande direttore d'orchestra Arturo Toscanini (nato appunto a Parma a il 25 marzo 1867); Papa Francesco era ripartito per la Capitale solo un'ora prima. Tuttavia la giornata milanese di ieri è e resta la «loro» giornata milanese, quella di Papa Bergoglio e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E così verrà ricordata.
Ad accogliere il nostro Capo dello Stato - insieme al sovrintendente Alexander Pereira, alla pronipote di Toscanini Viola D'Acquarone e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini - c'era proprio Beppe Sala. Che ha parlato subito con il presidente della grande giornata, del Santo Padre e di quanto la sua visita sia stata «importante - ha detto il sindaco - anche per aiutarci nello sforzo quotidiano nel lavoro sulle periferie». Dopo aver postato su Facebook i suoi pensieri: «Il Santo Padre ha appena lasciato Milano. La nostra città oggi ha ricevuto un grande dono con la visita del Papa: la conferma di dover continuare sulla strada dell'accoglienza e della solidarietà, insieme alla sfida di mettere la memoria al centro delle nostre vite. Milano non ha paura e continuerà a dare il suo contributo per realizzare, passo dopo passo, l'impossibile per dare nuova speranza al mondo di oggi e di domani. La nostra città non è mai stata spettatrice della sofferenza altrui, ma da oggi sappiamo che dobbiamo impegnarci ancora di più alla costruzione di un vero nuovo mondo».
Nel parco centrale del Teatro, insieme anche al presidente della Regione Roberto Maroni e a Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, le autorità hanno
assistito a un concerto del maestro, e attuale direttore musicale della Scala, Riccardo Chailly, durato due ore, con brani di Verdi e Beethoven, per ricordare le tradizioni musicali alle quali Toscanini dedicò più dedizione.
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