Un milione di romani sul litorale

Stefano Vladovich

Afa e caldo record? Spiagge e pinete prese d’assalto. Complice la festività dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città eterna, pienone senza precedenti sul litorale. Risultato: caos sulle arterie che collegano Roma al mare. Strade e mezzi pubblici paralizzati, chilometri di coda, parcheggi inesistenti, multe e rimozioni a raffica. Almeno mezzo milione di romani solo a Ostia, altrettanti tra Santa Marinella, Fregene, Torvajanica e Anzio. Problemi di sempre sulla provinciale Litoranea invasa dalle macchine nonostante i divieti di sosta. Migliaia di passeggeri «sequestrati» nei jumbobus della linea-mare, soprattutto all’altezza di Capocotta e del Villaggio Tognazzi dove le auto hanno bloccato i mezzi pubblici. Un vero inferno dal primo pomeriggio quando i bagnanti, oramai stremati dal solleone, tentano il rientro verso casa. «Fermate e capilinea erano occupati da mezzi di ogni tipo - dicono gli autisti dell’Atac - per ripartire abbiamo dovuto aspettare l’intervento del carro attrezzi». A Fregene piccolo giallo risolto, fortunatamente, in breve tempo per la scomparsa di un bambino svanito nel nulla dalla spiaggia libera confinante con «il Pellicano» e poi ritrovato. Un mercoledì da incubo, insomma, per oltre cinquecentomila romani fuggiti dalla città in cerca di refrigerio. Il calvario verso la costa inizia presto per i «dannati delle quattro ruote» fin dalle prime ore del mattino migliaia di vetture invadono la Cristoforo Colombo, via del Mare, le statali Aurelia e Pontina. Posti esauriti e cancelli sbarrati fin dalle ore 8,30 sull’arenile comunale di Castelporziano, stessa storia sulle poche aree di scambio e sul trenino della Roma-Lido stracolmo di «pendolari della tintarella». Auto lasciate ovunque in barba ai divieti e alle pattuglie dei vigili urbani: sui varchi per disabili, passaggi pedonali, passi carrabili e persino davanti alle uscite d’emergenza della Riserva presidenziale. Superlavoro, dunque, per i «pizzardoni» rafforzati di uomini e mezzi per fronteggiare l’emergenza. «È servito a poco - spiegano gli agenti del XIII Gruppo -: Lungomare, Litoranea, Colombo e persino le strade interne di Ostia erano paralizzate». Una catastrofe annunciata per i residenti e le associazioni locali. «Basta - spiegano al comitato di quartiere Castelfusano - di notte non si dorme e una giornata di festa si trasforma in un vero e proprio incubo con decine di migliaia di automobili lasciate su marciapiedi e giardini».

Rientro «a passo d’uomo» sulla via del Mare e sulle altre strade dirette a Roma. Un controesodo caratterizzato da una serie di piccoli tamponamenti, code chilometriche e attese snervanti ai caselli della Roma-Civitavecchia e di Roma Nord.

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