A quattro anni ha disegnato i primi vestiti per le sue bambole. A 17 anni ha tagliato e ricucito un montone («bruttissimo») che le avevano regalato i suoi genitori creando un cappotto trendy. Poi ha studiato modellistica e, per pagarsi gli studi all’università di design a Mosca, ha fatto la modella. Oggi Anna Derechina di anni ne ha 26 e sta per realizzare il suo sogno: quello di vedere i suoi abiti indosso alle milanesi (ma non solo), perché a Mosca sono già in vendita nel suo negozio-showroom. Ieri sera, il gran debutto italiano, fuori dal calendario ufficiale (in cui intende entrare), al Four Season: il défilé prima e poi un vodka party offerto dal magnate della vodka russa, Mark Kauffman, suo pigmalione. «Ho faticato tanto per avere questo sponsor - dice - potevo spendere queste cifre anche nel presente ma credo nel futuro e che questa crisi, che sta investendo tutti anche la Russia, passerà». Anna, che è nata in provincia di Mosca, arriva infatti da una famiglia molto modesta. «Non me ne vergogno affatto: mia mamma è medico generico, mio padre lavora al pronto soccorso, e mia nonna era una ricamatrice: ho imparato tutto da lei». Molti degli abiti che ha presentato ieri infatti sono ricamati proprio da lei. Tutti sono comunque prodotti in Italia, e caratterizzati dal logo con il ranocchio, suo animaletto portafortuna.
La sua sfilata è arrivata ieri, dopo tutti i défilé dei grandi stilisti italiani (da Cavalli, a Ferragamo, a Prada), e subito dopo quello del duo magico e più quotato del momento: Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, i direttori artistici di Ferrè, ex 6267, che disegnano anche la linea che porta il loro nome, Aquilano e Rimondi. E sulla sua passerella, Anna ha portato un concentrato delle tre linee che ha già iniziato a produrre (una «militar chic», una linea di maglieria e una di abiti formali). L’ispirazione? La divisa militare russa, rivisitata al femminile e alleggerita. Non per altro ha voluto in passerella anche la statuaria Oxana Fyodorova, prima miss Universo russa, ex poliziotta nonché presentatrice tv. E allora ecco i cappottini confezionati «con tessuti naturali, per combattere il freddo», alpaca e cachemire sui toni del marrone, grigio e nero. Femminili e comodi - in piena sintonia con le collezioni che hanno sfilato ieri sulle altre passerelle - come le camicie bianche con jabot e i tubini neri, perché Anna, che ha fatto la modella, detesta gli abiti stretti: «Una volta sono svenuta durante una sfilata, per questo ho creato abiti trendy ma portabili».
E in questa settimana della moda, Anna Derechina è in compagnia di altri due stilisti stranieri: Valentin Yudashkin, anche lui russo, e Zuhair Murad. Il primo sfilerà oggi, ed è lo stilista russo più noto al mondo, con una lunga storia di haute couture e di prêt-à-porter alle spalle (la prima collezione è datata 1987), tanto da far parte del sindacato dell’Alta Moda a Parigi. Il 36enne Zuhair Murad è invece libanese.
Militar chic, dalla Russia con passione Défilé e vodka per la stilista moscovita
«A 4 anni i primi vestiti per bambole, ho imparato dalla nonna ricamatrice». Sulla passerella di Anna Derechina anche la prima miss Universo sovietica
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