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Milito batte, Ibra risponde Ora la Juve deve tifare Inter

La sfida di Milano è calcio-show tra mercato, bomber ritrovati, difese bunker. L'armata rossonera espugna Forte Atalanta. A Lecce Juve cinica e vincente. Roma, doppietta di Totti con il Chievo. L'Udinese resta grande

Milito batte, Ibra risponde Ora la Juve deve tifare Inter

L’ hanno vista giusta a Bergamo. Detta con uno striscione: «A voi Pato, a noi pota». A ciascuno le sue preferenze. E si è visto anche sul campo. In questo momento il Milan pensa più ai Pato che alle pote. Mettia­moci pure l’Inter che suona al femminile, ma è tornata molto maschia.

Siamo al derby. Derby a tre con l’arbitraggio­arbitrato juventino: Signora in testa alla classifi­ca costretta a tifare per l’Inter. Vedete che il pallo­ne si prende le sue rivincite! E francamente fa pia­c­ere veder l’Agnellino costretto a pensare al cal­cio, prima che ai tribunali, e quindi a dover tifare per l’impensabile. Almeno per una sera. Salvo essere masochisti.

Il calcio nostro non poteva chieder di meglio: urlano di gioia i due goleador principe. Il Principe vero, per etichetta pallonara, che è quello nerazzurro e il Prin­cipe dei bisonti di razza che è quello milanista e ora se ne sta in te­sta alla classifica dei marca­tori insieme a Di Natale e Denis, bravissimi ma, in­somma, un po’ compri­mari al confronto. Avan­ti tutta, avanti con il gol, il calcio nostro ce lo ha detto anche in questo week end. Abbiamo fatto scorta per i 15 giorni di astinenza: sabato 9 reti in due partite con la doppietta di Mi­lito a lucidare fama e il ribaltone fisico e mentale nerazzurro. Manita interista che poi è una mana­ta al recente passato. Ieri sono piovuti rigori (qualcuno da far storcere il naso e non solo), l’Udinese ci ha servito un mezzogiorno di fuoco, le altre hanno fatto numero (di gol).

Ibrahimovic ha segnato per la sesta partita consecutiva, ma è vero che il Milan si è giovato del quinto rigore nelle ultime sei partite. Milan che ha faticato più dell’Inter, ma conta la diffe­renza delle avversarie. Il Parma si è fatto stende­re come una pelle di leopardo da Juve, Milan e In­ter: una sorta di par condicio.L’Atalanta fino a ie­ri non aveva mai perso in casa. C’è differenza: parlano i numeri e le buone difese. Si sono salda­te quella milanista e quella interista (buon der­by, bel derby anche in questa aspetto) ed eccole di nuovo a farci ciao. Quella juventina è granitica doc: Buffon non prende reti da 354 minuti, una sola rete in 5 partite e la Juve è sempre imbattuta. Ma Milan e Inter non hanno da essere invidiose, nonostantecertesvirgolatenerazzurrepurecon­tro il Parma. Il Milan ha subito solo 2 reti nelle ulti­me 8 partite, l’Inter una rete in cinque incontri. Parliamo di gol, guardiamo ai cannoni, ma poi ri­scopriamo la sana legge italica: la parola alla dife­sa e vedi che finisci in testa alla classifica.

Dici derby e pensi a Milito contro Ibra, Pato a far le smorfie con Samuel, la giovanil prepotenza del Maravilla Alvarez a fronte dell’altro uomo delle meraviglie che abbrevi in Boa. Ci siamo arri­vati con­un duello di mercato che rischia di risol­versi prima di domenica per farci sapere dove fi­nirà Tevez (anche se ieri è stato dimostrato che potrebbe servire più al City) e con il terzo incomo­do seduto in poltrona.Si,la Juve è un po’ seduta, nel senso fisico, ma sempre in testa alla classifi­ca, tenuta in piedi dal gol dello snobbato Matri. Sgomita la Signora, mentre le due milanesi si so­no ricomposte. Detta con Milito: «Ci sono mo­menti e momenti ». Anche per segnare i gol. Il Principe ha scelto il momento migliore: è già alla seconda doppietta, ha superato il numero di gol della sua difettosa annata passata e l’Inter ha infilato 7 successi su 8 partite. Due mesi fa chi ci avrebbescommesso? Forse solo Moratti e Ranie­ri. Ma per dovere di casacca. E oggi l’Inter ha po­co da perder e tanto da guadagnare.

Non così per il Milan, a partire dall’affaire Te­vez. Non può rischiar due passi indietro in un col­po solo. Ed ecco l’importanza di stare dalla parte dei Pato. E non della pota. Anzi, meglio star dalla parte degli Ibra. Pato è un ninnolo, Ibra un trasci­natore. Senza dimenticare Boateng. Come dire il Gullit e Van Basten di un Milan fa. Il «Boa» è un trecciolone nouvelle vague: prepotenza fisica, capacitàdigiocareinvariezonedicampo, poten­za e senso del gol. Van Basten era Van Basten.

Per qualche anno, all’Ajax, Ibra è stato l’idea di un suo alter ego, salvo poi diventare quell’Ibra, tra­scinatore, goleador e con diversa raffinatezza tecnica. A chi ha ricordi sembra di rivedere quei due. Per l’Inter saranno solo due diavoli. Ecco fatto il derby: due diavoli, un Principe, un Pazzo e una Signora davanti alla Tv. Buon di­vertimento.

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