Nel mondo greco il martedì è considerato il giorno più sfortunato della settimana. Sulla bandiera turca appaiono una luna calante e una luna crescente. Sono profonde le ragioni di queste due tradizioni culturali. Il 29 maggio del 1453 - un martedì, appunto - durante lultimo quarto della fase lunare, la gloriosa città di Costantinopoli, la capitale del millenario impero bizantino, cadeva nelle mani del sultano ottomano Mehmet II. Erano trascorsi 1123 anni e 18 giorni da quando limperatore Costantino il Grande aveva deciso di trasferire sulle coste del Bosforo il trono dellimpero romano. Byzantium si trasformava quindi in Constantinopolis, e la nuova Roma non si specchiava più nelle lente acque del Tevere, ma in quelle più agitate del mare di Marmara.
Lavventura del più longevo impero cristiano della storia cominciava proprio con Costantino I, il quale prendeva due grandi decisioni, tali da mutare il corso della storia: ladozione del Cristianesimo come religione di Stato e il trasferimento della capitale da Roma alla nuova città eretta sul luogo della polis greca di Bisanzio, su un triangolo di terra denominato Corno doro.
In un libro appassionante quanto un romanzo e ricco quanto unenciclopedia, Bisanzio. Splendore e decadenza di un impero, lo storico e diplomatico britannico John Julius Norwich traccia, con rara capacità narrativa e ineccepibile rigore scientifico, una meravigliosa sintesi della civiltà bizantina, una sintesi tratta dalla sua poderosa opera storiografica in tre tomi intitolata Byzantium. Con questo libro fra le mani i lettori del Giornale potranno tuffarsi nellavvincente epopea di una delle più superbe e misteriose civiltà che siano mai sorte sulle coste del Mediterraneo. Soltanto a pronunciarla la parola «bizantino» evoca nella sua musicalità oro e porfido, cerimoniali maestosi e solenni, ricchi broccati intessuti di rubini e di smeraldi, sontuosi mosaici rifulgenti fra nuvole di aromatico incenso sabeo. Il brillante filoelleno Robert Byron scriveva che la grandezza di Bisanzio era riposta nella sua «triplice fusione»: un corpo romano, una mente greca e unanima orientale, mistica. Aveva ragione nel sostenere ciò, tuttavia gli eroi, i protagonisti del grande impero dOriente furono gli imperatori, le imperatrici, i dignitari, i patriarchi, i letterati e i mercanti. Tutti insieme essi costituiscono le tessere di una civiltà affascinante che la moderna storiografia sta riscoprendo, dopo secoli di oblio cui avevano contribuito le dure reprimende di Edward Gibbon e dei suoi epigoni.
Norwich osserva acutamente: «La nostra civiltà occidentale ancora non ha riconosciuto fino in fondo il suo debito con limpero bizantino. Se non ci fosse stato quel grande bastione del cristianesimo, come avrebbe potuto lEuropa barbarica resistere alle armate del re di Persia nel VII secolo e a quelle del califfo di Baghdad nellVIII?». Quindi prosegue: «Fu il Bosforo a tenere viva la fiaccola, a conservare il retaggio della classicità. Le nostre conoscenze del mondo antico, soprattutto della letteratura greca e del diritto romano, sarebbero in gran parte irrimediabilmente perdute senza labnegazione degli scribi e dei copisti di Costantinopoli».
La notizia della conquista di Bisanzio nel 1453 sconvolgeva lEuropa cristiana. Come in una favola - pur tragica - un mondo magico e scintillante svaniva dopo pochi mesi dassedio imposto dai furenti ottomani di Maometto. Lultimo imperatore bizantino, Costantino XI Paleologo, perse eroicamente la vita per difendere il suo regno e il suo mondo. Quelleroismo fu così grande che i turchi, come si diceva, lo rappresentarono sulla loro bandiera.
Oggi fra le nebbie del Bosforo si staglia in lontananza la Chiesa Grande di Santa Sofia; si scorgono, imponenti, le mura turrite innalzate dallimperatore Teodosio - frantumate, malandate, ma ancora estese da un mare allaltro - a costituire il monumento più glorioso, anche se tragico della città di grandi sovrani come Costantino e Minervina, Teodosio ed Elia Flacilla, Giustiniano e Teodora, Eraclio ed Epifanea, Basilio e Maria, Alessio e Irene, Michele e Teodora. Come dimenticarli?
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