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Le Mille e una notte di Mago Bargnani incantano Toronto

Vero: sabato sera, trasferta dei Toronto Raptors a Houston, sesta partita esterna nel giro 11 giorni, Andrea Bargnani aveva bisogno di segnare solo tre punti per raggiungere quota 1000 nella sua carriera Nba, iniziata ai primi di novembre del 2006. E invece non ne aveva segnato neanche uno, chiudendo con 0/5 al tiro. Blocco psicologico? Ma no: perché altrimenti come mai nella partita successiva, la sera dell’ultimo dell’anno a New Orleans, l’ala romana ci ha messo solo 1’33" a valicare i fatidici mille punti, quota non epocale in assoluto ma molto significativa per un giocatore italiano?
Aggiungendo quella del 28 a San Antonio, le tre gare disputate in sole 48 ore sono il ritratto della carriera Nba di Bargnani, primo giocatore scelto nel draft 2006 che finora ha giocato solo raramente all’altezza di una chiamata così prestigiosa. Tuttavia, Bargnani ha già ottenuto traguardi immensi se si confronta il suo percorso professionale americano con quelli dei suoi due predecessori italiani: Vincenzo Esposito, 116 punti totali nei Raptors 1995-96, e Stefano Rusconi, otto punti in sette gare nella medesima stagione. Contro gli Spurs campioni, Bargnani e il collega Kris Humphries avevano difeso così bene su Tim Duncan nell’ultimo quarto di gioco che il coach Sam Mitchell per tenerli in campo aveva lasciato in panchina per tutto il tempo Chris Bosh, la stella della squadra. 24 ore dopo, quello 0/5 e una partita con notevoli distrazioni difensive e frettolosità offensive aveva fatto sbottare Mitchell verso tutti quei Raptors, Bargnani compreso, che si fidano troppo del loro tiro da fuori e si dimenticano di attaccare l’area avversaria. Infine, New Orleans, a poche ore dal capodanno e a poche centinaia di metri dal French Quarter, più attraente del palazzetto nonostante la grande stagione degli Hornets.
Di fronte a un pubblico solo in parte coinvolto emotivamente, Bargnani è partito con quei due canestri in poco più di un minuto. Alla fine, nella vittoria dei Raptors per 97-92, ha chiuso con 17 punti, frutto di 6/9 da due, 0/2 da tre, 5/6 nei liberi, più 2 rimbalzi, solito punto debole. Finita la partita, Bargnani e i Raptors per una volta non sono andati di corsa in aeroporto, ma sono rimasti a New Orleans, anche se non si sa ancora chi abbia approfittato dell’inusuale serata libera per infilarsi nell’atmosfera umidiccia e cialtrona del French Quarter, angolo di America dove il puritanesimo è in ferie permanente. Ieri il ritorno a Toronto, ancora bianca dopo le nevicate di quindici giorni fa e con una nuova bufera segnalata in arrivo.
Venerdì sono di scena i Detroit Pistons all’Air Canada Centre e gli esami, per Bargnani, sono molteplici: il ritorno in quintetto base era stato deciso all’inizio della settimana scorsa dopo un colloquio tra Mitchell, intenzionato a ridare un po’ di fiducia al romano, e il presidente Bryan Colangelo. Ma ora quel che si è visto nelle due buone partite contro Spurs e Hornets va confermato. In più, in occasione della diretta su Espn al coach e ad alcuni giocatori verrà sistemato un microfono per cogliere in diretta parole e dialoghi. Non si sa ancora se Bargnani sarà tra i prescelti, intanto però ha tagliato un altro traguardo della sua carriera, e pazienza se agli italiani cifre e record interessano meno che agli americani.
Senza nemmeno attendere di essere microfonato, Bosh è in questi giorni visibile su YouTube in una divertentissima parodia di spot pubblicitario in cui, ad imitazione dei venditori di auto usate onnipresenti sulle reti locali americane, invita i tifosi a votarlo per l'All-Star Game, con tanto di pancia finta.

Mille e non più mille, difficile immaginare Bargnani in una scena del genere.

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