(...) sia il richiamo del vice coordinatore metropolitano Roberto Cassinelli ai protagonisti di polemiche tuttaltro che necessarie, sia lincoraggiamento del coordinatore regionale Michele Scandroglio a ripartire dalla forza dei numeri. Il primo, dopo aver suggerito tempi e tappe per lo sviluppo del Pdl in unintervista rilasciata al Giornale, è intervenuto duramente dalle colonne del Secolo XIX per stoppare Sandro Biasotti ed Enrico Musso. Allex candidato in regone ha chiesto una scelta definitiva, che porti gli «arancioni» e i biasottiani di qualsiasi colore a confluire una volta per tutte nel Pdl. Al professore diventato senatore ha chiesto rispetto per il partito e per le scelte che fa, anche in merito alla sua ricandidatura a sindaco, per la quale non ci sono dubbi ma neppure troppa fretta.
Biasotti e Musso, insomma, sono e devono restare due risorse del Pdl. Ma il Pdl ha molte altre risorse e soprattutto in questo periodo sta cambiando pelle. A tutti i livelli. La rivoluzione parte persino dallorganizzazione logistica. Se è lora dei sacrifici e dei tagli dei costi, quello che resta comunque «non solo il primo partito della nostra Regione per rappresentanza politica, ma anche per consistenza e qualità della classe dirigente» non può che dare lesempio. Parola di Michele Scandroglio, che in una lettera firmata con il suo vice Eugenio Minasso e rivolta a tutti i parlamentari, i dirigenti, gli eletti e - per esteso - a tutti gli iscritti, spiega che «per ridurre e razionalizzare i costi della politica, anche noi abbiamo deciso di unire la sede regionale con quella provinciale e cittadina di Genova». Addirittura è già in corso il trasloco con tanto di messaggio stile Anas, di scuse per i possibili disguidi creati. Non solo. Basta anche con linvio di posta cartacea che rappresenta un rallentamento, una spesa e un segnale in contrasto con la modernizzazione del Paese in corso. Spazio dunque alle mail e al passaparola, insomma, scatta la fase «no paper».
Ovviamente Scandroglio non pensa di iniziare a vincere anche a Genova e in Liguria solo abolendo la carta. È il primo a non nascondere che il Pdl ligure ha seri problemi in alcune zone specifiche. «È nostra intenzione - scrive il coordinatore - procedere in maniera spedita alla riflessione nelle aree dove il risultato elettorale e stato più difficile: Savona città, Genova città e La Spezia. Con i dirigenti locali abbiamo convenuto di attendere le loro riflessioni sul tema che saranno propedeutiche ad impostare il lavoro per le prossime elezioni amministrative in quelle terre». Dopo gli incontri con i coordinatori provinciali, già lunedì è in programma un vertice tra parlamentari e consiglieri regionali. Le scelte poi verranno distribuite a pioggia su tutto il resto del partito. Che è forte proprio grazie alla sua base. «Il Pdl è radicato e presente in Liguria - snocciola le cifre Minasso - Un numero su tutti, quasi mille consiglieri comunali ed altrettanti dirigenti. A tutti va un grande ringraziamento. La politica, quella seria, è fatta da gente come dirigenti ed eletti che quotidianamente e costantemente operano nell'interesse del proprio territorio, del Paese, delle idee in cui crede e nei valori in cui il Popolo della Libertà si riconosce». Per questo è stato previsto di continuare gli incontri, provincia per provincia, con cadenza mensile a partire da settembre.
Detto così sembra da parte della dirigenza un atto di umiltà per dare lesempio dopo averlo chiesto alle «primedonne», un tentativo di ripartire dalla base e dal riconoscimento di alcuni errori commessi. Sarebbe davvero la svolta per il Pdl ligure.
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