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Milleproroghe, la Camera dice sì al voto di fiducia

La Camera dà la fiducia al Milleproroghe. Martedì il via libera definitivo. Il Cav: "La situazione è difficile e il governo sta agendo con prudenza"

Milleproroghe, la Camera dice sì al voto di fiducia

L'aula della Camera dei Deputati ha approvato, con 469 voti a favore, 74 contrari e 5 astensioni, la fiducia al decreto legge Milleproroghe. Il via libera definitivo al provvedimento è in calendario per martedì pomeriggio. Voti in caduta, dunque, per il governo Monti che nel giorno del suo insediamento incassò una fiducia record di 565 voti.

Un voto di fiducia, il terzo del governo Monti, che divide la larga maggioranza che appoggia l'esecutivo. Il Pdl, per bocca dell'onorevole Remigio Ceroni, conferma il voto favorevole alla fiducia ma con molti paletti e la richiesta di un cambiamento di rotta: basta aumenti delle tasse. L'ex premier Silvio Berlusconi sottolinea il suo appoggio a Monti: il Pdl non si sottrae e tira dritto continuando ad appoggiare il governo Monti. "In questo momento credo non ci siano motivi eccessivi di ottimismo e serenità. E non solo per noi", ha dichiarato il Cavaliere, "Non mi aspettavo di più. La situazione è difficile, l'esecutivo sta agendo con prudenza e credo sia difficile avanzare critiche fondate".

Il risultato di Monti delude. La fiducia - la terza a Montecitorio, la quinta in tutto - il governo Monti "perde" 26 voti: rispetto al voto dello scorso 16 dicembre infatti, quando i "sì" erano stati 495 a fronte di 88 "no" e quattro astenuti, oggi il Professore ha ottenuto 469 voti a favore, 74 contrari e cinque astenuti, tutti del Pdl (Giuseppina Castiello, Guido Crosetto, Gianni Mancuso, Antonio Martino, Giuseppe Moles). Numeri ancora più lontani dalla maggioranza ottenuta nel primo voto di fiducia alla Camera il 18 novembre scorso quando i "sì" furono 556 e i "no" 61. Da allora il governo ha perso i voti dell'Italia dei Valori e quello di alcune componenti del Misto come i tre deputati di Noisud.

Anche i Democratici confermano il voto al pacchetto ma chiedono che tutti i provvedimenti vengano discussi nel merito. Il Carroccio sale ancora sulle barricate per le pensioni e attacca l'esecutico del Professore. Ma alla buvette della Camera va in scena uno strano incontro che molti osservatori intepretano come una prova di avvicinamento tra governo e Lega.

Tra un caffè e un bicchiere d'acqua il ministro per i rapporti col Parlamento Piero Giarda e Roberto Maroni hanno parlato per una decina di minuti.

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