Milano - Udienza rinviata, per legittimo impedimento degli avvocati difensori. I giudici della decima sezione penale che lavorano al caso in cui sono imputati il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e l’avvocato inglese David Mills hanno rimandato oggi il processo, accogliendo l’istanza di rinvio presentata dai legali del premier. Gli avvocati del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, avevano depositato nei giorni scorsi un’istanza per chiedere il rinvio dell’udienza di oggi per impegni parlamentari. La data della prossima udienza è stata fissata il 27 settembre.
Il pm contrario Poco prima che i giudici prendessero la loro decisione in camera di consiglio, il pm titolare dell’inchiesta, Fabio De Pasquale, si era opposto alla richiesta di rinvio. "Mi chiedo se il comportamento di Berlusconi sia in linea con la leale collaborazione costituzionale e il dovere di far in modo che il processo si svolga indicati da giurisprudenza costituzionale", aveva detto De Pasquale. Al centro del processo, che ha preso il via nel marzo 2007, c’è l’accusa secondo cui Berlusconi nel 1997 fece inviare 600mila dollari a Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone le informazioni su due società off-shore usate da Mediaset, secondo la procura, per creare fondi neri. Sia Berlusconi sia Mills hanno sempre respinto le accuse, e il gruppo di Segrate ha ribadito in più occasioni in diverse note la propria correttezza e trasparenza.
La replica di Ghedini Niccolò Ghedini replica stizzito alle perplessità espresse oggi dal pm De Pasquale sull’assenza dei due legali del premier all’udienza del processo Mills. "Il pm si assume le responsabilità di quello che dice" ha detto Ghedini interpellato a margine della seduta della commissione Giustizia di Montecitorio dove l’esponente del Pdl ha avanzato una proposta di modifica al ddl intercettazioni. "Noi - fa sapere l’avvocato del premier - abbiamo dato comunicazione martedì scorso del nostro impedimento. In questo processo non abbiamo dato mai impedimenti, ma questa mattina era importante che illustrassi una novità importante in tema di intercettazioni. Il professor Longo invece era impegnato al Senato. Avevamo chiesto di spostare l’udienza a lunedì, più leale collaborazione di così...". Peraltro, ha ricordato Ghedini, "stiamo parlando di un processo sospeso ex lege (in base al Lodo Alfano) ma siccome siamo a Milano i pm fanno quello che vogliono e quindi l’udienza si deve tenere lo stesso. È il tribunale di Milano a dover avere leale collaborazione...".
Legale per un giorno Chiara Zardi, 28 anni, avvocato da meno di due anni, è il più giovane avvocato che abbia mai difeso Silvio Berlusconi. Vista l’impossibilità da parte degli avvocati Ghedini e Longo a essere in aula per lavori parlamentari e poichè, in loro rappresentanza, era presente solo un praticante non abilitato, l’avvocato Zardi è stata rintracciata tramite il call-center degli avvocati d’ufficio. "C’è da difendere un cliente un po' particolare", gli è stato detto e lei, scusandosi perché non aveva con sé la toga, si è presentata in aula e ha fatto l’unica cosa che poteva fare: chiedere dei termini a difesa per esaminare la situazione. Dopodichè, si è associata nella richiesta di rinvio dell’udienza per legittimo impedimento dei difensori titolari. Chiara Zardi non è parsa affatto intimorita. "Non credo che Berlusconi mi terrà come avvocato. Ha altri difensori, sono comunque contenta di aver prestato la mia collaborazione". Anche se quando le hanno detto di cosa si trattava credeva "fosse uno scherzo". Ventotto anni, legale dell’associazione dei consumatori Assoutenti, capelli lunghi e frangetta, viso da ragazzina, tailleur nero con pantaloni, al suo arrivo in aula ha deciso di chiedere i termini a difesa.
Incassato il rinvio, dal momento che la corte ha riconosciuto il legittimo impedimento dei due avvocati parlamentari, Chiara Zardi ha lasciato l’aula ed è tornata alla sua attività in tribunale, tra udienze, cancellerie e appuntamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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