Cronache

La mina di Recco fa saltare le comunicazioni in Liguria

Gli artificieri riprovano a far esplodere la bomba negli scogli: strade chiuse e treni fermi per nove ore

La mina di Recco fa saltare le comunicazioni in Liguria

A Recco oggi si replica: per completare le operazioni di recupero e brillamento della mina trovata sotto il molo della cittadina, dalle 8.30 città di nuovo deserta, 1200 residenti sfollati, traffico interrotto e deviato sulle alture circostanti, spazio aereo chiuso e disagi per tutti, soprattutto per gli anziani.
Di fabbricazione italiana (fu la Pignone a costruirla nel non troppo lontano 1936), una carica esplosiva di duecento chilogrammi di tritolo da far saltare. E a questo pensano gli esperti della Marina militare, più precisamente del Comsubin, il Comando subacquei e incursori e del nucleo spezzino dello Sdai, Servizio difesa antimezzi insidiosi, guidati dal loro comandante Aldo Cerri. Esperti e coraggiosi sì, ma non martiri: per colpa del nubifragio che si era appena abbattuto sulla Liguria l’11 agosto scorso, le operazioni erano state interrotte, poi riprese, ma non completate, per evitare di mettere a repentaglio la vita dei subacquei impegnati, i quali si sono trovati nella situazione «acqua sopra-acqua sotto», con il rischio di diventare bersaglio di fulmini non solo dal cielo. I militari avevano poi ripreso a lavorare, riuscendo a imbragare la mina, risalente al secondo conflitto mondiale, ma non a metterla in sicurezza: avrebbe dovuto essere attaccata a un pallone idrostatico, portata in superficie e ancorata a una motovedetta della Capitaneria di porto, per poi esser fatta esplodere a 200 metri di profondità, a ragionevole distanza dalla costa. Due dei cavi, però, si erano spezzati e il pallone staccato, costringendo così i subacquei a cercare di tagliare l’involucro per togliere la carica esplosiva. Eppure nonostante gli sforzi non erano riusciti a disincastrare l’ordigno antinave da sotto gli scogli del molo, dove era rimasto «pacificamente» per circa cinquant’anni. Alle 19.45 le operazioni erano state sospese definitivamente, e il tratto di mare e litorale interessati chiuso a bagnanti e semplici curiosi: l’appuntamento era stato rimandato a oggi, visto che la mina non aveva voluto mostrarsi docile a mani e flessibili degli uomini dello Sdai.
Nel frattempo, però, la popolazione aveva iniziato a rumoreggiare: i patti erano infatti che i disagi sarebbero terminati intorno alle 17.30; fino alle 20 invece nessuno ha potuto vedere la propria casa, compresa una signora di ben 101 anni di età, che ha riportato la frattura di un dito del piede, «per esser stata messa - a detta del figlio - in una struttura non adatta, visti i gradini da scendere per raggiungere i servizi». Gli altri, anziani e non, hanno passato il tempo come hanno potuto, ma purtroppo non hanno potuto fare nulla per lo sfinimento causato dalla giornata, così elettrizzante per qualcuno, ma così disagevole per tutti gli altri. Lo stesso oggi: nonostante la buona volontà dei coordinatori del piano prefettizio di evacuazione, di Rfi e Trenitalia si temono rinnovati disagi. L’Aurelia, tra l’intersezione con la provinciale 333 di Uscio e l’incrocio con via Gaggianego, dalle 8 di questa mattina è chiusa; lo stesso vale anche per il primo chilometro della provinciale 30 di Camogli, fino al bivio per quella della Ruta. Ma non finisce qui: chi arriva a Recco da Genova di trova a dover deviare per le frazioni di Polanesi e Megli, fino a via del Milite ignoto. La cittadina è impenetrabile per chiunque e per superare il blocco di via Assereto occorre passare per via Ippolito d’Aste e via Roma. Per quanto riguarda i treni - per i quali, come anche per le macchine, non è detto il blocco duri solo fino alle cinque e mezzo del pomeriggio - a essere sospesa è la tratta tra le stazioni di Genova Nervi e Santa Margherita Ligure. Se per i convogli a lunga percorrenza delle linee Milano-Livorno, Ventimiglia-Roma e Torino-Roma sono previste alcune deviazioni, per quelli regionali fra Genova e La Spezia invece si parla di limitazioni e addirittura soppressioni. Insomma i treni locali sono attestati nelle stazioni di Genova Principe (qui solo l'Interregionale 2043 e il Regionale 11259), Genova Brignole e Sestri Levante. Per ovviare ai disagi, Trenitalia mette a disposizione nei piazzali antistanti le stazioni pullman che collegano Genova e Sestri Levante; e fra quest’ultima e Camogli sono a disposizione altri bus sostitutivi.

Fra Genova Brignole e Nervi non ci sono invece problemi, perché i treni metropolitani circolano normalmente, mentre quelli diretti a Roma, provenienti da Torino e Ventimiglia e che passano per Genova, come anche il convoglio Milano-Genova-Livorno, percorrono la via Piacenza-Fidenza-Fornovo-La Spezia, con aumenti del tempo di percorrenza compresi fra i dieci e i cento minuti.

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