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IL MINISTRO AUTORE DELLA LEGGE ANDREA RONCHI

Il ministro Andrea Ronchi, autore della riforma che liberalizza anche il sistema idrico prende con ironia la notizia che sabato sarà il «nemico politico» numero uno nel mirino dei 150 amministratori locali che sfileranno contro il «suo» decreto approvato nei giorni scorsi.
Pare che vogliano sfilare persino sotto il suo ministero...
«Ah sì. Vorrà dire che sono pronto a sfidarli pubblicamente, anche se motivi di sicurezza lo sconsiglierebbero. Se vogliono un confronto sono pronto».
Dicono che lei vuole «privatizzare» l’acqua.
«È una colossale bugia, la loro protesta è pretestuosa e conservatrice. È troppo semplice e demagogico sostenere questa falsità».
E qual è la verità?
«La verità è che questa sarà la prima, vera riforma di sistema. E sono orgoglioso che a darne merito al sottoscritto e al collega di governo Raffaele Fitto, che ha fatto un lavoro egregio, siano stati due autorevoli esponenti del centrosinistra».
I nomi, please.
«Franco Bassanini e Franco Debenedetti. L’altro giorno eravamo insieme a Milano in un convegno».
Scusi, ma la sinistra non è contraria alla riforma?
«(Ride). Macché. Sono talmente favorevoli che era uno dei provvedimenti che il centrosinistra, nella scorsa legislatura, non è riuscito a portare a termine, per i motivi che ben conosciamo».
Be’, qualche differenza ci sarà stata...
«Ci siamo mossi proprio nel solco di un provvedimento targato Unione, che abbiamo persino votato. Purtroppo per loro sono talmente sgangherati dalle continue lacerazioni interne da non aver avuto la compattezza culturale per portare avanti questa liberalizzazione».
Scusi, ma allora che fanno? Scioperano contro se stessi?
«Sono talmente privi d’identità da rinnegare quanto di buono erano riusciti a fare pur di andare contro il governo Berlusconi, proprio nel giorno della nostra manifestazione».
Ammetterà che la parola «privatizzazione» non è certo di sinistra...
«Scusi, ma il Pd non ha sempre detto di essere favorevole al mercato?»
Se lo dice lei...
«È per questo che a me dispiace moltissimo il silenzio di Bersani sulla manifestazione. Vuol dire essere succubi, vittime del movimentismo. Il che dimostra la loro totale incapacità di governare. Il Pd è colpevole e complice di una protesta che va contro il futuro del Paese».
Entriamo nel merito. Qual è lo spirito della riforma?
«Aprire il sistema idrico al mercato, creando quel meccanismo virtuoso che porti a una migliore qualità, una maggiore efficienza e una più autentica trasparenza».
Però loro dicono che la protesta serve a difendere gli interessi dei cittadini...
«E questa è un’altra clamorosa bugia. Perché è la riforma che va in questa direzione. La sinistra invece difende uno status quo di regime che ha generato clientele e carrozzoni pubblici».
Ce lo dimostri...
«Bene. Ogni anno si perde in media il 30% dell’acqua. Sa quanto costa questa dispersione? Miliardi di euro (secondo le stime tra 4 e 5,2, ndr) che pagano gli italiani. Chi ha organizzato questa inutile protesta vuole che gli italiani continuino a perdere soldi».
Non sarà mica colpa delle clientele...
«E invece sì. Altrimenti non saremmo l’unico Paese d’Europa dove il costo dell’acqua ha delle discrasie enormi. Ecco perché noi vogliamo smantellare i carrozzoni pubblici e aprire al mercato con gare pubbliche e regole certe come ci chiede da tempo l’Europa».
Finora, ce ne darà atto, non c’è stata una vigilanza sufficiente sul sistema idrico.
«E infatti uno dei punti chiave del decreto è la creazione di un’Authority indipendente in grado di garantire la necessaria trasparenza sulle gare pubbliche, sulla gestione del servizio e sul controllo delle tariffe».
Uno dei punti più contestati, da sinistra, è l’articolo che consente al soggetto pubblico di scendere fino al 30%. Le faccio un esempio: l’Acea di Roma
«Allora, la partita di Acea è complessa, la società è quotata in Borsa e dunque non è il caso di aggiungere altro.

Ma voglio dire che il sindaco di Roma Gianni Alemanno è un amministratore bravissimo che capisce l’importanza di mantenere una importante quota pubblica e contestualmente aprire al mercato. Senza mai abbassare la guardia».
felice.manti@ilgiornale.it

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