Gian Battista Bozzo
nostro inviato a Washington
Una manovra aggiuntiva sui conti pubblici 2006 appare necessaria al Fondo monetario internazionale, anche per rassicurare i mercati. Nessuna previsione sullentità della correzione, che dovrebbe riportare il disavanzo al 3,8% del Pil rispetto al 4% stimato dal Fmi. «La manovra bis a noi pare necessaria, e ne discuteremo con il governo entrante nel corso di un incontro tecnico che avrà luogo, pensiamo, nel giro di un mese», spiega Alessandro Leipold, capo del Dipartimento europeo del Fmi. DallItalia, immediata la risposta di Romano Prodi: «Bisogna vedere bene i conti, posso assicurare al Fmi che faremo molto in fretta».
Sul fronte delleconomia reale, Leipold conferma lottimismo sulla ripresa. «Siamo daccordo con il governatore Draghi, leconomia si sta riprendendo, e questo offre allItalia nuove opportunità - afferma il dirigente del Fondo -. In febbraio si sono registrati dati positivi. Del resto, se larea euro si riprende anche lItalia va meglio». Le stime sulla crescita di Eurolandia per il 2006 presentate nei giorni scorsi dal Fmi, che indicano il 2%, potrebbero risultare realtà, e di riflesso anche la performance dellItalia potrebbe essere migliore del previsto.
Negli accordi presi con lUe, lItalia si è impegnata a riportare il disavanzo al 3,8% a fine 2006 e sotto il 3% a fine 2007. Sabato, in un incontro con la stampa a Washington, il ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, ha definito «assolutamente ragionevole» raggiungere lobiettivo del 3,8%, anche perché «entreranno in funzione i meccanismi correttivi in alcune voci fondamentali di spesa pubblica, inseriti nella Finanziaria». Del resto, lo stesso Fmi riconosce che «la differenza tra la previsione di novembre e quella attuale è realmente molto piccola», e che rispetto allultima missione in Italia «la visione del Fondo non è cambiata».
Per Prodi, invece, «bisogna verificare bene i conti. Ho bisogno di ulteriori dati - dice il Professore - e soltanto dopo prenderemo le decisioni. Posso assicurare il Fondo monetario e la Commissione europea che faremo molto in fretta». Di avviso opposto il consigliere economico di Palazzo Chigi, Renato Brunetta, che giudica prematuro lallarme sui conti e osserva: la manovra correttiva non serve.
Lincertezza degli economisti del Fmi sul deficit pubblico di questanno è legata alleffettivo verificarsi di alcuni risparmi di spesa, ad esempio nella sanità. «Tremonti ci ha rassicurato, dicendo che i meccanismi correttivi previsti dalla finanziaria entreranno presto in azione. Fare una proiezione sul disavanzo - aggiunge Leipold - è, comunque, estremamente difficile a cavallo di un cambio di governo, ed anche perché cè un problema di trasparenza dei conti. Rispetto alla nostra stima del 4% ipotizziamo un margine di errore di un quarto di punto in più o in meno (quindi la forbice è fra un 3,75% e un 4,25%, ndr)». Per il 2007, invece, la stima di un deficit al 4,3% è «unipotesi puramente tecnica», calcolata a legislazione invariata, cioè senza tener conto delle misure correttive che dovranno essere prese con la prossima legge finanziaria. In una situazione come quella descritta dal Fmi, è possibile una riduzione molto forte del cuneo fiscale come quella proposta dal centro-sinistra? Leipold, che guida da alcuni anni le missioni Fmi nel nostro Paese, in proposito è molto prudente: «Verremo in Italia quanto prima, nel giro di un mese, per farci idee più precise sulle intenzioni del governo. Tuttavia le nostre raccomandazioni di politica economica non cambiano perché è cambiato il governo: la strategia più crescita e meno deficit resta valida. Sullentità della manovra e sul timing dovremo parlare col nuovo governo, ma come ha detto Rodrigo de Rato, prima si fanno le cose, meglio è. Quanto al cuneo fiscale - conclude - se si trova la copertura, allora il taglio è ok: abbiamo sempre detto che la pressione fiscale e contributiva sulle imprese italiane è troppo elevata».
In realtà, oltre al fisco, sono le questioni strutturali che frenano leconomia italiana e rendono più difficile mantenere i conti sotto controllo.
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