Francesca Angeli
da Roma
Non cè pace nellUlivo. Ancora una volta è il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali che scatena il panico nel centrosinistra e costringe il portavoce di Romano Prodi, Silvio Sircana, ad unennesima correzione di rotta.
Oggi sfila a Torino il Gay Pride, la manifestazione dellorgoglio omosessuale che già aveva provocato fastidiosi mal di pancia nei moderati della coalizione di governo vista la calorosa adesione del presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Come se non bastasse ieri è arrivata anche quella del ministro delle Pari opportunità, la diessina Barbara Pollastrini, che ha anche colto loccasione per annunciare, in una lettera agli organizzatori, che sta «pensando ad una legislazione umana e saggia per le unioni di fatto, omosessuali e no». Il ministro spiega che considera una sua missione «misurarsi col traguardo dellestensione dei diritti di cittadinanza, civili, sociali». Insoma la Pollastrini conferma la volontà di presentare al più presto una legge sulle unioni di fatto anche se non le chiama Pacs, patti civili di solidarietà.
Opinione legittima e rispettabile. Peccato che il premier Romano Prodi si sia sgolato nei giorni scorsi per chiedere ai suoi ministri e in generale ai suoi alleati di non lanciare annunci più o meno scioccanti su decisioni che non sono state prese in modo collegiale. Soprattutto sui temi etici sui quali esiste una profonda spaccatura che attraversa tutta lalleanza.
Ed infatti leco dellannuncio della Pollastrini non si è ancora spento che arrivano le bordate dei cattolici. La prima a reagire è la senatrice della Margherita, Paola Binetti, che già è in grande difficoltà rispetto ai suoi elettori sul tema della difesa dellembrione e della vita dopo lok del governo alliniziativa del ministro dellUniversità e della Ricerca, Fabio Mussi, che ha sbloccato i finanziamenti europei destinati alla sperimentazione sugli embrioni. La Binetti si dice stupita del fatto «che il primo atto pubblico del ministro Pollastrini sia dedicato, tra tutte le possibili destinazioni, al tema delle unioni di fatto». Un tema, ricorda la Binetti «su cui non cè accordo su uniniziativa da parte del governo, nè se ne fa menzione nel programma dellUnione». Durissimo Mario Fabris dellUdeur: «Così non si può continuare. O i ministri tacciono e si dedicano ad applicare il programma condiviso dai partiti dell'Unione oppure sappiano che molto presto tutti si tornerà a casa - dice Fabris -. In questo modo non si fa che rendere molto difficile la vita del governo». Enzo Carra della Margherita ricorda che non ci sono soltanto le minoranze e che «lItalia non è fatta solo di Gay Pride ed è importante che anche chi si scandalizza di queste partecipazioni abbia cittadinanza italiana».
Scontati i commenti positivi dei radicali come Daniele Capezzone, «ora lavoriamo insieme», o della comunista Katia Bellillo: «Brava la Pollastrini, ha coraggio». E così ancora una volta il centrosinistra fa spettacolo delle sue lacerazioni interne.
Prodi suda freddo e Sircana prova a metterci lennesima toppa. «Ladesione del ministro Barbara Pollastrini al Gay Pride di Torino va considerata, e ciò è evidente dalla dichiarazione del ministro stesso, unadesione a titolo personale. Per quanto riguarda la linea del governo rispetto alle unioni civili essa rimane quella concordata nella fase di definizione del programma di governo», scrive il portavoce del presidente del Consiglio.
E la Pollastrini interviene per spiegare che il suo ministero applicherà il programma «nella concertazione con gli altri ministri interessati alla materia. Mi spiace davvero che si vogliano tirare da una parte e dall'altra parole chiare e che non posso che ribadire. Ho detto che il nostro sarà un lavoro di squadra, sensibile al pluralismo, serio ed improntato al rispetto e all'amore delle persone».
In serata, la Pollastrini incassa la solidarietà «per gli attacchi che ha subìto» da parte del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, che comunica la sua adesione al Gay Pride.
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