Politica

Minori e internet, dall’Ue un salvagente da 55 milioni

Pedofilia e bullismo on line in cima alle preoccupazioni di Bruxelles. Pronta una serie di numeri e indirizzi a cui rivolgersi in caso di abusi. Una ricerca dell’Università Cattolica rivela: un adolescente su quattro in pericolo quando naviga

Il progetto è ambizioso. L’Unione europea vuole «rendere Internet un posto più sicuro per i bambini e i ragazzi che lo utilizzano». Sarebbe a dire il 75 per cento dei giovani europei tra i 6 e i 17 anni, secondo Eurobarometro, placando forse i timori dei genitori allarmati da pedofilia e bullismo on line.

Impegno oneroso Il problema, tuttavia, secondo le statistiche Ue, sembra sfiorare l’Italia, visto che si trova all’ultimo posto nell’utilizzo del web da parte dei minori. Le misure appena varate da Bruxelles costeranno 55 milioni di euro e puntano a dare più sostegno ai piccoli utenti: da ora in poi avranno a loro disposizione una serie di contatti a cui rivolgersi (via web o telefono) nel caso in cui si trovino di fronte a pericoli nella Rete. L’Europa invita inoltre le aziende e gli internet provider a «consultare bambini e ragazzi per creare un ambiente telematico più sicuro». 

I maghi della Rete Sempre secondo l’ultima indagine di Eurobarometro su bambini e web, i pericoli nascosti nella Rete sono una delle maggiori preoccupazioni del 60 per cento di genitori europei, ma parlano poco con loro di quello che combinano quando navigano, e ancora meno prendono precauzioni concrete per limitare i rischi (il 59 per cento utilizza filtri e software per controllare il traffico dei propri figli). I minori italiani sarebbero tra i più al sicuro perché giudicati poco «smanettoni» - afferma lo studio -. Al computer, infatti, preferiscono il cellulare: meno della metà dei bambini e adolescenti naviga in rete, inatnto il 68 per cento maneggia il telefonino.

L’altra faccia della medaglia Intanto una ricerca dell’Università Cattolica per l’organizzazione Save the Children sugli adolescenti tra 11 e 14 anni rivela che un ragazzo italiano su quattro ammette di essersi trovato in situazioni pericolose navigando sul web ma che non l’abbi mai detto ai genitori. Discrepanze rispetto all’indagine Ue presenti anche sull’utilizzo del cellulare: praticamente tutti i ragazzi (95 per cento) utilizzano il telefonino e l’86 per cento navigano abitualmente on line. Di questi, uno su sette cerca video e musica, la metà chatta o scarica contenuti digitali. Ben il 38 per cento dichiara di possedere un profilo personale in un social network e il 32 amministra un blog. Nel giudizio degli stessi ragazzi Internet è molto utile e facile da usare, ma uno su tre lo definisce «abbastanza pericoloso» e l’ampia maggioranza (68 per cento) afferma di non ricevere alcun divieto da parte dei genitori. Il 52% ritiene che i coetanei fingano di essere qualcun altro, il 51 che raccontino cose non vere, il 46 che pubblichino foto senza autorizzazione dei legittimi proprietari, il 41 che ricevano inviti da parte di estranei, il 35 che cerchino materiali pornografici e il 34 che chattino con adulti. Particolare interessante: un adolescente su quattro s’è realmente trovato in una di queste situazioni, ma ha deciso di non parlarne con nessuno.

Un silenzio che ora preoccupa anche l’Unione Europea. 

 

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