Miracolo di Kranenburg bei Kleve

Germania, 1280. Il giorno di Pasqua, nella cittadina di Kranenburg, alla messa solenne in parecchi fecero la comunione. Tra questi, un pastore. Solo che a quel tempo le ostie non erano sottili come quelle odierne e quel pastore non riusciva a deglutire la sua. La tenne in bocca, sforzandosi di ingoiarla, fino alla fine della cerimonia e uscì di chiesa che ancora l’aveva tra la gola e la lingua. Arrivò fino a casa sua, sempre combattendo con quel pezzetto di pane consacrato. Appena entrato nel giardino, sputò tutto contro un albero e finalmente si liberò. Solo che, dopo, fu preso dai sensi di colpa. In effetti, quel che aveva sputato era un’ostia consacrata. Ne parlò col prete e questi lo rimproverò; poi, volle farsi indicare il posto esatto. Ma non si trovò più nulla. Quattro anni dopo, il famoso albero dovette essere abbattuto per far posto alle coltivazioni. All’ennesimo colpo d’ascia, il tronco si spaccò e al suo interno comparve la statuetta di un crocifisso. La cosa suscitò scalpore, perché i crocifissi non spuntano dagli alberi. Non solo. Qualcuno si ricordò della faccenda dell’ostia sputata proprio contro quell’albero e allora dilagò la notizia del crocifisso «cresciuto» su un’ostia consacrata. La fama del miracolo si diffuse a macchia d’olio e cominciarono i pellegrinaggi a Kranenburg.

Il conte di Kleve e il vescovo di Colonia, a quel punto, dovettero disciplinare un afflusso che non si è mai arrestato e ancora oggi continua. Nella prima metà del XV secolo sul luogo del miracolo eucaristico venne costruita una chiesa in purissimo stile gotico.

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