Dietro di sé ha lasciato una scia di profumo griffato e un braccialetto, le tracce degne di una Diva. Maria Sharapova non c’è più, è scomparsa, o meglio si è eclissata con una spalla in fiamme lasciando vedovo il tennis del suo glamour così vincente. Uniche notizie attuali i continui ritiri dai tornei, gli Australian Open prima, adesso Parigi e poi Dubai, sempre il solito messaggio, quel «mi dispiace non poter esserci, però...», quei comunicati così freddi e impersonali mentre il mondo delle racchette vive il travaglio della sua assenza. Perché senza di lei manca la vera regina.
Maria è la Divina, a quasi 22 anni è gia veterana di tornei e passerelle, perché «la vita non è solo un campo da tennis», perché «devo pensare anche il mio futuro». Questo detto tra un colpo vincente, un urletto sinuoso e un flash del fotografo, mentre qualche milione di dollari aumentava a dismisura il fascino di una bellezza così maledettamente siberiana. Però il problema ora è che Maria non c’è più, scomparsa, dopo anni di servizi - micidiali in campo e alla moda fuori -, dopo migliaia di immagini in costume da bagno o in gonnellino da urlo, sempre così composta, sempre così notizia. Maria non c’è perché a un certo punto il meccanismo si è inceppato, la spalla ha fatto crac e la Sharapova ha scoperto che il tennis non era un appendice della sua prossima vita, ma era la vita che faceva di lei la numero uno.
E così, dall’estate scorsa, la Sharapova è scomparsa: qualche notizia - sì - sul suo sito, dove appunto si parla di un braccialetto da lei disegnato finito nella collezione di Tiffany o di un suo completino indossato in un match da vincere all’asta. Ma della più bella delle racchette, della ragazza che diceva «non gioco a tennis per essere sexy, ma mi piace un mondo esserlo», è rimasta solo qualche foto d’archivio e da urlo, più poche novità qua e là. Per il resto c’è solo un concorso a premi: «Incontrate Maria a Miami». Ma non si sa più quando.
E allora ecco la cronaca recente. Ultimo domicilio conosciuto New York, dove finalmente ha deciso di farsi operare in artroscopia dopo aver tentato un inutile periodo di riabilitazione a Indianapolis nella clinica che cura i bestioni del football americano. Ultimo Natale a Phoenix, in una stanza d’albergo tra un allenamento e una riabilitazione, a fare pacchetti regalo: «Sembrava un laboratorio, non la smettevo più di fare fiocchi, a un certo punto speravo solo che finisse. Mi sono consolata comprando un sacco di borse, lo shopping non mi stufa mai, anche se farlo con un uomo attorno è un disastro completo. Si lamentano sempre del prezzo del conto finale, sono attratti dai buoni regalo. Altri, invece, girano per i negozi e ripetono sempre “bahh”... “hum”...». E ultimo fidanzato Charlie Eberson, il figlio del presidente del network televisivo NBC Sports, uno che naturalmente deve sapere come «farla ridere», perché tanto a conto in banca probabilmente stanno pari. E poi basta: niente tennis, niente copertine, niente fotografi. Niente Maria.
Intanto il circuito femminile langue, è tornata Serena Williams ma non è la stessa cosa. E per questo ora tutti tifano per lei, anche quelli che salutavano le sue sconfitte con degli «olè», perché Maria è bella, troppo, e lo sa. Tutti vogliono sapere dov’è la Sharapova, vogliono rivederla presto in campo, anche perché - come ha detto la Divina in passato - quello è il suo posto: «Il tennis è il modo in cui ho guadagnato tanti soldi e i soldi non bastano mai. Io gioco per averne sempre di più, non c'è limite al denaro che puoi fare se sei numero uno del mondo. E rinuncerei a qualche milione di dollari solo in cambio di altri tornei dello Slam. Ma non per la gloria tennistica: perché così aumenterei i milioni che ho guadagnato finora».
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