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«Il mistero del parto ti toglie ogni paura»

Filippo Grassia

Cosa ha provato, Antonella Ragno, oro nel fioretto ai Giochi di Monaco, alla notizia del successo di mamma Valentina?
«Ho fatto un salto di gioia e ho provato lo stesso brivido di quando vincevo io. Poi ho brindato, anche se in quei momenti ero sola a casa».
In gioventù ha provato la stessa esperienza: in pedana a qualche mese dal parto...
«Che magnifico ricordo! Era il 1970. E Nostini, indimenticabile presidente, un secondo padre, mi disse: vai agli assoluti di Genova, provaci, non rischi nulla. Io seguii il consiglio e vinsi quella prova del campionato italiano con una facilità che sorprese perfino me stessa. Appena una settimana prima della manifestazione avevo finito di svezzare Lorenzo che adesso ha 35 anni».
Cosa significò per lei il ritorno immediato in pedana?
«Che ero in gamba come prima e anche più di prima. Negli assalti decisivi, tanto per fare un esempio, non mi facevo più prendere dalla tensione. Se non avessi partecipato a quella gara, forse avrei perso la voglia di gareggiare. Nello sport si vive anche e soprattutto di motivazioni. O ce l’hai o non ce l’hai. Magari non sarei stata in grado di diventare campionessa olimpica a Monaco».
E, mi scusi la banalità, a chi dedicò la medaglia d’oro?
«Se le dicessi mio figlio, le direi una bugia. Dedicai quel trionfo a mio padre Saverio che fu argento nella spada ai Giochi di Berlino nel 1936, vinse in tutte le specialità e riuscì a conquistare un titolo italiano nella sciabola a 52 anni».
Ma c’è un segreto dietro questi successi in campo famigliare e sportivo?
«La maternità è un mistero straordinario che ti regala una straordinaria tranquillità interiore e ti fa affrontare i momenti più delicati della vita con una consapevolezza mai avuta prima. In quei giorni mi sentivo più forte. E penso che anche Valentina si senta più forte di sempre. Se le avversarie pensavano di essersi sbarazzate di lei, hanno sbagliato i calcoli».
È possibile fare altrettanto bene in altre discipline?
«Nella scherma è più facile ritornare a vincere dopo la maternità perché si tratta di uno sport fatto di intelligenza e reattività neuromuscolare. È diverso negli sport di potenza dove conta la muscolatura.

A questo riguardo Iosefa Idem ha fatto qualcosa di eccezionale vincendo nella canoa».

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