Roma

Misura per misura: Shakespeare il contemporaneo

Al bene si risponde con il bene. Questa dovrebbe essere la misura che regola tutte le cose. Eppure non è così, e ce ne accorgiamo ogni giorno, basta guardarsi intorno per vedere quanto sia relativo, oggi come ieri, il concetto di giustizia. Ce lo ha insegnato bene William Shakespeare con uno dei suoi testi più problematici, «Misura per misura», che sarà dall’11 aprile in prima nazionale al Teatro Argentina nell’edizione diretta da Gabriele Lavia.
«Misura per misura» è un dramma sull’ambiguità della vita, sull’apparenza e la verità delle cose, sul labile confine tra giustizia e ingiustizia, e come tutto il teatro del drammaturgo di Stratford-on-Avon è declinabile ai giorni nostri, affrontando temi sempre attuali quali la moralità e la pena di morte. «Non c’è niente di più moderno dei classici - dice Lavia -. Infatti attraverso i classici racconto la contemporaneità. “Misura per misura” di Shakespeare è un testo straordinario sulla svalutazione del più grande valore dell’uomo, la vita. Noi viviamo la nostra contemporaneità nella svalutazione dei valori, dunque il dramma è quanto mai attuale».
Protagonista della storia è Vincenzo, il Duca di Vienna (interpretato dallo stesso Lavia) il quale, preoccupato dell’immoralità dei suoi sudditi, decide di lasciare momentaneamente la scena e di affidare il governo al Vicario Angelo per vedere se quest’ultimo riuscirà a far rigare diritto i sudditi. Mentre il Duca si traveste da frate per spiare da dietro le quinte le azioni del suo sostituto, Angelo si fa travolgere dalle stesse passioni che invece dovrebbe punire e si rivela incapace di governare con giustizia.
Più di trent’anni fa un giovane Gabriele Lavia si era già confrontato con questo dramma shakespeariano, ma sulla scena vestiva i panni di Angelo, mentre oggi ad interpretare quest’ultimo è suo figlio, Lorenzo Lavia: «Ricordo che lo spettacolo di trent’anni fa ebbe un successo incredibile - dice il regista -. Oggi è mio figlio Lorenzo a interpretare Angelo, mentre io sono il Duca di Vienna, ma in fondo i due personaggi potrebbero essere interpretati da un solo attore, perché sono la stessa cosa, contengono le stesse contraddizioni».
Cambi generazionali e passaggi di testimone a parte, la chiave di lettura di «Misura per misura» è dunque contemporanea, così anche i costumi e le musiche della messa in scena di Lavia sono contemporanei: «La scena si apre infatti con un brano rap e c’è anche un pezzo rock», anticipa divertito il regista mentre insieme agli altri attori intona l’attacco del brano. «Amo molto questo testo - conlcude Lavia che torna serio e immerso nei suoi ragionamenti - anche se mi ha dato dolori e difficoltà perché è come se avesse le porte chiuse. Il segreto forse è proprio quello di non aprire le porte; ma i registi vogliono sempre svelare i segreti. Shakespeare diceva che gli enigmi diventano chiari quando si risolvono».
Sul palco assieme ai due Lavia ci sono Pietro Biondi, Pino Ammendola, Federica Di Martino, Francesco Bonomo, Marco Cavicchioli, Gianni De Lellis, Luca Fagioli, Rita Di Lernia. Le scene sono di Carmelo Giammello, i costumi di Andrea Viotti, le musiche di Andrea Nicolini.

Repliche fino al 6 maggio tutte le sere tranne il lunedì, alle 21 (giovedì e domenica alle 17).

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