Un mix di impianti per valorizzare le risorse

L’Italia, da sempre, vanta un alto sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili (Fer) per la produzione elettrica, grazie soprattutto ai grandi impianti idroelettrici e, in parte, geotermici, realizzati nella prima metà dello scorso secolo. La crescita delle nuove fonti rinnovabili (eolico, solare e biomasse) è stata negli ultimi decenni sostenuta, tuttavia non ai ritmi di altri Paesi. Nel confronto, l’Italia è il quarto produttore di energia elettrica da Fer nell’Ue-27, con 65 Terawatt nel 2008. Prestigioso è il primato nella produzione elettrica da geotermico, grazie agli storici impianti del Larderello, in Toscana, che con oltre 5,5 Terawatt anno, consentono all’Italia di essere di gran lunga il primo produttore in Europa.
In base alla metodologia di calcolo della direttiva 2009/28/CE, nel 2009 la quota Fer sul consumo finale lordo di energia ha toccato il 6%, contro un obiettivo fissato per il 2020 del 17%. Tale forbice, per essere colmata, obbliga a un veloce superamento delle diverse barriere emerse negli ultimi anni. La produzione da idroelettrico ha rappresentato per decenni la principale forma di energia moderna a disposizione dell’Italia, grazie alla realizzazione dei grandi bacini artificiali. La produzione lorda media degli ultimi 5 anni si attesta intorno ai 45 Terawatt, grazie anche all’eccezionale piovosità registrata nel 2008 e 2009, collocandosi di gran lunga come la principale fonte di energia rinnovabile in Italia. Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia nel 2008 ha raggiunto il terzo posto dopo Svezia e Francia. Il sostegno alle Fer è partito prima in Italia rispetto ad altri Paesi già all’inizio degli anni ’80, tuttavia gli strumenti adottati hanno dimostrato, nei tre decenni, diverse inefficienze. Negli anni ’80 fu la legge 308/82, negli anni ’90 il Cip 6/92 e, nell’ultimo decennio, il sistema dei Certificati Verdi integrato con il Conto Energia per il fotovoltaico e la Tariffa Onnicomprensiva per gli impianti di piccola taglia. La crescita nella diffusione delle Fer negli ultimi tempi, pur rilevante, risulta troppo legata alla generosità degli incentiv, ed è, invece, frenata dai rilevanti problemi di incertezza nelle procedure e dalle inadeguatezze della rete. Gli obiettivi al 2020 sono oggi vincolanti e ciò rende necessario un radicale superamento di queste difficoltà, anche attraverso una maggiore integrazione con le politiche degli altri Paesi europei. Le diverse regioni italiane hanno tutte potenzialità di sviluppo delle fonti rinnovabili, ma solo un attento mix di impianti che valorizzerà le risorse presenti può permettere almeno di avvicinarsi progressivamente agli obiettivi.

Il rischio, altrimenti, è di un costo complessivo per il sistema molto rilevante per garantire i generosi incentivi e, inoltre, un ricorso a importazioni dall’estero per soddisfare i propri impegni.

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