«Amo la diversità, la ripetizione mi annoia, per questo non mi importa se un brano è suonato con unorchestra darchi o una chitarra acustica, limportante è che dispensi emozioni». Con quel blasone lì è discendente di Herman Melville, lautore di Moby Dick appunto, fiero del suo eclettismo (soprattutto in passato, quando studiava musica classica e militava in gruppi post-punk come i Vatican Commandoes) Moby resta famoso come stregone dei suoni elettronici. È vero, li manipola a suo piacimento, li rende inorganici, frutto di una impollinazione incrociata che travolge blues, rock, disco (come Last Night rilettura della dance music newyorkese in poco più di unora), musica dambiente, chill out e chi più ne ha più ne metta. Il tempo gli ha dato ragione; è partito come dj e nel 99 ha pubblicato Play, cd che è partito col freno a mano ma ha venduto 10 milioni di copie, con brani entrati nella colonna sonora di film, spot pubblicitari, show televisivi.
Oggi, sempre tecnologicamente allavanguardia e alla esasperata ricerca della multimedialità, Moby pubblica Destroyed, un album intimista (in uscita il 17 maggio) corredato da un libro fotografico con immagini scattate dallo stesso artista. Sul suo sito, www.moby,com, regala in anteprima un minicd ci con tre brani (The Day è tristissimo e girato in ospedale) arricchiti altrettanti cortometraggi di cui lui stesso - appassionato di cinema - ha curato la regia. Un po come hanno fatto i Rem; un minifilm per ogni brano del loro ultimo lavoro. «Nel nuovo millennio suono e immagine sono imprescindibili - racconta Moby -; sono felice quando un mio pezzo dà il colore a una pubblicità o anima un film, ma preferisco costruire da me sia la musica che la storia».
Giocando sempre controcorrente, mentre gli altri pubblicano libri (fotografici e non) raccontando «la vita e la strada», lui propone scatti di spazi chiusi, camere dalbergo e camerini dove passa le notti solitarie in tournée, squarci di asettici aeroporti visti una sola volta per pochi minuti. Insomma un racconto notturno di angoscia ed isolamento ma anche di quieta e creativa solitudine. «Ho scritto tutti i brani a tarda notte nelle stanze di alberghi sconosciuti. In quei momenti sembra che il mondo si fermi e le emozioni escono senza controllo. Non è il disco di un depresso, ma di un artista che ogni tanto si sente malinconico e isolato. Per legare le foto alla musica ho intitolato lalbum Destroyed, che non è un titolo nihilista, ma è la parte finale di un cartello, esposto allaeroporto La Guardia di New York, che dice Unattended Luggage Will Be Destroyed (il bagaglio incustodito sarà distrutto). Comunque uno degli obiettivi delle mie foto è quello di rendere strano il normale e normale linsolito». Dal 18 maggio (il giorno dopo luscita dellalbum) le foto saranno esposte alla Proud Galleries di Londra, e il 2 giugno Moby arriverà da New York per il primo concerto europeo alla Roundhouse. Da noi suonerà il 22 luglio a Milano e il 24 a Roma. «I concerti estivi saranno molto coinvolgenti, perché alla riflessività dei nuovi brani alternerò brani veloci e qualche follia elettronica.
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