La moda che non doveva essere di moda

di Eleonora Barbieri

Siccome non siamo Sua Maestà, che può permettersi - soltanto lei - soprabito, miniborsetta per il fazzoletto, filo di perle e copricapo, noi (i mortali comuni e non sovrani) abbiamo degli armadi strapieni di tutto, e in quel tutto, a volte, pare proprio che peschiamo a caso. Come in quel gioco della mela da morsicare nella bacinella: prova a beccarla. Ecco, a volte vedi dei vestiti - addosso agli altri, ma anche, in qualche sprazzo di autocoscienza (magari aiutata da un commento di tua madre, o della tua collega che ti ripete le stesse cose di tua madre...), addosso a te medesima - che ti senti Mourinho in quella famosa conferenza stampa in cui si domandava a ripetizione: por qué?

E allora, partendo dall'inizio, dal fondo dell'armadio diciamo, come spiegare una serie di mode inspiegabili? Per esempio: perché le donne, o meglio le ragazze sopra i tredici anni, portano i leggings, che poi non sono altro che i vecchi, terribili fouseaux, e che dovrebbero essere quantomeno proibiti dalla legge? E perché, già che ci siamo, in quella legge non viene inserita anche una appendice sui tronchetti, quelle scarpe ammazza-altezza e ammazza-linea che stanno bene giusto a un paio di modelle (ma perché nessuno le guarda, le scarpe, nel loro caso)? Perché poi, le stesse donne che portano i leggings e pure i tronchetti (e magari - orrore sommo - insieme...), appena la temperatura supera i trenta-trentacinque gradi si denudano in qualunque parte del corpo, indossando, per dire, micropantaloncini (detti shorts) e minicanottiere, ma ai piedi sfoggiano i mitici Ugg, cioè gli stivali pelosi più caldi del pianeta (il marito di una tua amica, notoriamente freddolosa, glieli ha regalati per le dirette tv, quando sta impalata in inverno in mezzo alla nebbia padana per dieci ore di fila...)? E perché sempre le stesse, a gennaio, quando fa freddo o almeno lo fa più che in luglio e agosto, anziché mettersi gli Ugg, ai piedi hanno dei sandali, ovviamente senza calze come le ragazzine inglesi?

Poi, sempre a proposito di sandali, perché più sono esili (una sola listarella semplice semplice, per dire, o un infraditino quasi invisibile) e più sono costosi? Qualcuno lo sa spiegare? Por qué? Chissà. Perché poi ci compriamo delle borse che non riusciamo a portare, borse che sono pesanti già quando sono vuote, borse che al polso ti procurano una distorsione? L'americana Wednesday Martin, antropologa che ha analizzato la tribù degli animali milionari di Park Avenue, messa alle strette dalla dottoressa che le intimò: «O la Birkin, o la scrittura», incredibilmente, suo malgrado, abbandonò la Birkin, e scelse la carriera di scrittrice. Ma è un caso.

E perché poi, come se tutto ciò non bastasse, ultimamente si è sdoganato di tutto e di più? E quindi: via libera al nero col blu, alle fantasie mescolate (camicia a righe, maglioncino a pois, sciarpa con disegni cashmere, borsetta optical...

), alle scarpe da uomo (non estive) senza calze, ai pantaloni «Capri», ai pantaloni da uomo corti, ai risvolti, ai colletti rialzati, alla lingerie nera sotto la camicetta chiara, al piumino in estate, ai cappelli come fosse Ascot, ai leggings leopardati (aggravante esponenziale di ogni male). Liberi tutti. E poi tua madre che ti rimbrotta solo perché hai quella gonnellina, che lei ha scambiato per un fazzoletto... Perché non la capisce, la moda di oggi? Dovresti forse metterti un burqua? Por qué?

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