Parigi«Mandare una donna in bianco è un buon sistema per avviarsi al divorzio» dicono gli americani ai piedi delle passerelle parigine dove ieri Karl Lagerfeld ha fatto sfilare una stupefacente collezione Chanel composta di modelli candidi come la luna. Da tempo nel fashion system si parla di un cambio della guardia alla guida creativa della maison delle due C, ma adesso le voci escono dalla comunità finanziaria dove serpeggia una certa preoccupazione per due notizie che Maureen Chiquet, global ceo di Chanel, non ha smentito: il taglio del 10% della forza lavoro e la crescita zero sui 5 miliardi di ricavi registrata secondo il sindacato già lanno scorso.
«Circola con insistenza il nome di Alber Elbaz» sostengono i bene informati rivelando che il management dellazienda nei mesi scorsi avrebbe contattato oltre allirresistibile designer di Lanvin anche Marc Jacobs, lamericano che da tempo disegna con successo Louis Vuitton. Questultimo sarebbe già fuori dai giochi proprio per via della sua nazionalità poco affine con lesprit couture di Chanel, squisitamente francese anche se da oltre un quarto di secolo viene magistralmente interpretato dal tedesco Lagerfeld.
Invece il rotondo Elbaz che pure è nato a Casablanca e cresciuto a Tel Aviv, vedrebbe crescere le sue quotazioni in parte per esser stato nel 1998 il delfino di Yves Saint Laurent e in parte per gli straordinari risultati ottenuti con Lanvin. La maison fondata nel 1889 e in seguito rilevata da LOréal è stata infatti acquistata nel 2001 da Shaw-Lan Wang, la miliardaria di Taiwan proprietaria di un gruppo editoriale che pubblica 320 testate nel mondo cinese. Quando Madame Wang decise di lanciarsi nellavventura della moda i conti di Lanvin erano disperatamente in rosso nonostante i ricavi si aggirassero sui 50 milioni di euro lanno più 26 milioni provenienti dalle fragranze. E la sua decisione di puntare su Elbaz venne accolta con un certo scetticismo perché lo stilista pur essendo bravissimo era reduce dal brutale licenziamento in tronco effettuato nel 2000 da Tom Ford al momento dellacquisto di Yves Saint Laurent dal Gruppo Gucci. Invece la lady di ferro taiwanese ha visto giusto perché Lanvin nel 2007 ha fatturato 148,9 milioni di dollari senza contare le licenze e dovrebbe chiudere il 2008 con una sonora crescita del 30 per cento. «Non voglio andare in una grande maison, da Lanvin mi sento davvero a casa mia» ci disse Alber Elbaz quando gli abbiamo chiesto se davvero Matteo Marzotto gli avesse chiesto di sostituire Valentino sentendosi rispondere un cortese ma categorico no. Ma da allora le cose sono radicalmente cambiate chez Lanvin. È di pochi giorni fa la nomina di Thierry Andretta come vicepresidente esecutivo della griffe al posto di Paul Deneve. E Frederick Lukoff, attuale business development director, a febbraio passerà ufficialmente alla guida finanziaria di Stella McCartney e ciò viene letto come una conferma di un possibile passaggio di quote da parte di Madame Wang a chissà chi. Insomma se non è vero sembra dannatamente verosimile che Elbaz abbia voglia di spiccare il volo a sua volta e nessuno meglio di lui potrebbe sostituire il grande Lagerfeld al 31 di rue Camion.
Certo questa specie di calciomercato applicato alla moda non risparmia niente e nessuno. Tra cinque settimane sulle passerelle del prêt à porter parigino debutteranno due nuovi direttori creativi: Phoebe Philo chiamata alla guida di Celine al posto di Ivana Omazic e Marco Zanini come stilista di Rochas. Oggi, invece, verrà presentata la prima collezione di alta moda disegnata per Valentino da Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli al posto di Alessandra Facchinetti.
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