Anomalie in 14 seggi. Irregolarità formali, quali cancellature col bianchetto, fogli aggiunti, cancellature. E poi errori materiali, somme di voti sbagliate. Insomma, un pasticcio. Un pasticcio che, secondo la Lega, vale un ballottaggio mancato. Sì, perché a Modena, il sindaco uscente del centrosinistra Giorgio Pighi è stato rieletto al primo turno per una manciata di preferenze: ha avuto infatti appena il 50,09%, solo un pugno di voti sopra il quorum necessario. Un pasticcio che, visti anche i ritardi e le polemiche che hanno accompagnato lo spoglio - i risultati, benché le sezioni fossero solo 187, sono arrivati a notte fonda su cui sarebbe bene fare chiarezza.
È giallo sulle amministrative appena concluse a Modena. A sollevare il caso un lungo articolo della Padania, che ricostruisce passo passo linsieme di irregolarità che, visto il successo risicato del primo cittadino uscente, avrebbero imposto comunque un controllo più approfondito sulle preferenze. E invece, attenendosi rigidamente alla norma senza tenere conto di sentenze diverse del Tar, la magistratura non ha aperto le buste verificando almeno il conteggio delle schede. E quindi Pighi è stato incoronato sindaco.
«Perfino nellIran degli ayatollah si è dato il via libera a uninchiesta sui brogli e tutte le schede nulle verranno ricontate, anche in Iran si è più trasparenti che a Modena», commenta amaro il candidato sindaco della Lega Nord e capogruppo del Carroccio in Consiglio Mauro Manfredini, che si è fermato al 10,9%. «Ci sono state pesanti irregolarità riscontrate sui registri elettorali», denuncia ricordando che è stato persino riscontrato dal giudice «uno scambio di numeri in favore del candidato del Pd».
In discussione non è il fatto che Pighi abbia preso più voti del suo avversario diretto, il candidato Pdl Gian Carlo Pellacani, che si è fermato al 23,2%.
Il risultato elettorale è stato confermato, ma la vicenda non finisce qui. La Lega annuncia battaglia e sta valutando gli estremi per presentare ricorso al Tar.
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