RomaUna scelta difficile, in bilico tra la carità cristiana e lesigenza realistica di fare quadrato per proteggere gli affetti più cari, in primis la figlia di 8 anni Diletta. Roberta Serdoz in Marrazzo ha cercato di lasciarsi alle spalle il dramma prendendo a vita di petto. «La mia famiglia, comunque, rimane unita», ha dichiarato. Una metafora per affermare che comunque non abbandonerà il marito che ha scelto la strada del ritiro spirituale.
E la normalità di una famiglia che comunque resta «unita» si chiama anche lavoro, impegni, incontri, relazioni sfidando le eventuali maldicenze. Così ieri mattina Roberta Serdoz ha moderato un convegno a Palazzo Valentini sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro dal titolo «La flessibilità non è un ostacolo», sostituendo una collega ammalata. Prima dellinizio si è intrattenuta con Maurizio Venafro, capo della segreteria del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. E proprio salutando Zingaretti poco prima dellinizio del dibattito Roberta aveva mostrato un po di commozione, un attimo di cedimento.
Ma nessun commento è stato concesso ai giornalisti che le domandavano delle vicissitudini private. Dopo le esitazioni iniziali, però, sè lasciata andare a una battuta commentando lintervento sullesperienza di una delle donne presenti. «Da queste parole abbiamo capito come andare avanti e non buttarci giù», ha detto. Un chiaro riferimento alla situazione personale e quelle confidenze fatte agli amici più intimi («Sono una donna distrutta»). Gli applausi di incoraggiamento sono stati una buona medicina e forse le avrà fatto piacere il mazzo di fiori, rose bianche e rosse, ricevuto da parte dellUnione industriali di Roma.
Si è rituffata nel lavoro, Roberta. A Linea Notte, ledizione di tarda serata del Tg3, era tornata già lunedì sera intervistando la portavoce dellAlto commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini. Ma ieri è tornata in servizio a tutti gli effetti. Le attestazioni di affetto e solidarietà erano già arrivate. Soprattutto dai colleghi che le sono più vicini, la redattrice Elisabetta Margonari e lanchorman Maurizio Mannoni. Il direttore Bianca Berlinguer ha scelto la stessa linea di Roberta Serdoz: sostegno e compostezza. Tutta la redazione le ha rinnovato stima e solidarietà. «Resisti, tutto si supera fuorché le malattie gravi», le ha detto più di un collega. Un invito a non mollare sintetizzabile negli sms che proprio Mannoni le aveva inviato in quella notte tremenda: «Roberta, coraggio!», «Reagisci subito!».
E Roberta Serdoz ha cercato di difendere la propria dignità lasciandosi alle spalle le incertezze dei giorni scorsi quando apprese della notizia proprio sul posto di lavoro mentre scorreva le prime pagine dei quotidiani sul touchscreen. Il ritorno nella grande villa sulla via Tiberina non è facile: i fantasmi di ieri, del matrimonio in Campidoglio celebrato dal sindaco Veltroni, si mescolano con quelli di oggi dai contorni sfumati.
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