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Molinari batte la cabala sbanca l’Open d’Italia 26 anni dopo Mannelli

Francesco domina il massimo evento nazionale del golf lasciando a 4 colpi il danese Anders Hansen e lo svedese Jarmo Sandel

Maria Pia Gennaro

da Tolcinasco (Milano)

Un cuore grande così. Anzi di più. Partito al comando per l'ultimo giro del 63° Telecom Italia Open, Francesco «Chicco» Molinari ha giocato senza la minima paura, attaccando il campo con grinta impensabile. Certo che, per un «rookie» come lui, al secondo anno di professionismo, sarebbe stato «da contratto» subire la pressione e farsi venire, come si dice in gergo «il braccino». Ovvero quella stretta allo stomaco, dettata dalla paura di vincere, che porta all'errore più sciocco. Ma Chicco, come gli piace essere chiamato, ha dimostrato l'animo del Rottweiler, di colui che una volta agguantata la presa non la molla più. «Sapevo che stavo giocando bene ed ero in attesa della prima vittoria», ha detto con un sorriso tranquillo dopo il successo. Ma che successo? Il suo è stato un trionfo con quattro colpi di vantaggio sui due inseguitori che hanno tentato inutilmente di braccarlo. Lo svedese Jarmo Sandelin e il danese Anders Hansen, lo hanno prima raggiunto (il primo) e tallonato ad un colpo (il secondo). Lui, impassibile, ha guardato i leaderboard sul percorso solamente ogni tre buche reagendo con una sicurezza e una fiducia nei propri mezzi impareggiabile. Alla nove, mentre lo svedese complice un eagle alla 12 lo ha raggiunto al comando a -20, lui cosa ha fatto? Semplicemente un'uscita dal bunker vicino al green del par 5 a un metro dall'asta per un birdie che ha immediatamente ristabilito il distacco di un colpo. Tre buche dopo, alla 13, quando Hansen ha provato a farsi avanti Chicco Cuor di Leone cosa ha estratto dal cilindro, tanto per usare le sue parole? Uno dei ferri 6 più belli della sua vita con la palla che sfiora la buca e si arresta a 80 centimetri. Manco a dirlo, e arriva il birdie del -21. Si trova così con due colpi di vantaggio che salgono a tre quando arriva anche il quinto birdie della giornata alla 15. A quel punto chi lo poteva fermare più? Nessuno, solamente lui stesso con la paura della vittoria che manco lo ha sfiorato. Due par e, alla 18, fra 20mila persone esultanti il suo Camino Real dopo un ferro 7 tirato, ma guarda..., attaccando l'asta senza la minima paura dell'acqua che incombeva a pochissimi metri e «stampando» la palla a due metri dalla buca. Non è finita qua: con tre colpi di vantaggio poteva permettersi di tirare ancora quattro colpi e invece, per il delirio del pubblico, ha tirato un putt attaccando il centro della buca che ha inghiottito la sua pallina.
Giovane, educato, modesto, campione e con un cuore enorme, dicevamo. Giovedì pomeriggio si è recato all'ospedale di San Donato Milanese a fare visita ai bambini cardiopatici con i quali si è intrattenuto, lui che sostiene l'Associazione omonima. Cosa chiedere di più al ragazzo di 23 anni che ha vinto il suo primo torneo (su 40 partecipazioni) con un totale di, guarda caso, 23 colpi sotto il par? Un solo bogey (un colpo sopra il par) in 72 buche la dicono lunga su come si sia espresso Molinari che stamattina si sveglierà nella sua Torino pronto a riprendere la sua vita di globetrotter e partire per l'Inghilterra per un altro torneo. Ma con alcune differenze: adesso potrà giocare più rilassato perché questo successo gli consente l'esenzione dalla «Carta» per tre anni, ha risalito l'Ordine di Merito di ben 35 posizioni e ora occupa la 15ª, è diventato l'undicesimo giocatore a entrare nell'albo d'oro del nostro torneo più importante, ma soprattutto ha sfatato quel terribile incantesimo, anzi quella maledizione, che non vedeva un italiano profeta in Patria da quella Pasqua del 1980 quando Massimo Mannelli vinse nella sua Roma.
Impeccabile anche l’organizzazione orchestrata da Donato Di Ponziano (a proposito, bisogna riconoscergli impensabili doti di veggente visto che, proprio in un’intervista su queste colonne, aveva pronosticato la vittoria di un italiano). I sette italiani che hanno superato il taglio sono stati alfieri più che degni, a cominciare da Alessandro Tadini che ha chiuso con un ottavo posto che gli darà fiducia nel prosieguo di stagione. Lo seguono Alessio Bruschi in 24ª posizione, Emanuele Canonica e Marco Crespi in 33ª, Andrea Maestroni in 63ª.

A loro si aggiunge Matteo Delpodio, unico dilettante che ha passato il taglio, che ha disputato un fantastico torneo.

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