da Roma
Alla vigilia della marcia di una sessantina di sindaci del Molise davanti a Palazzo Chigi, Antonio Di Pietro gioca in contropiede. E si difende. Che la Finanziaria 2008 non abbia stanziato neanche un euro per il terremoto del Molise dellottobre del 2002 in cui morirono undici bambini e due donne sotto le macerie della scuola di San Giuliano, per lunico ministro molisano del governo Prodi non è certo un punto donore. Anche perché, e sta qui uno dei problemi principali, quella stessa Finanziaria prevede invece ulteriori stanziamenti per il terremoto di Umbria e Marche di dieci anni fa. Così, ci sta che il ministro delle Infrastrutture decida di mettere le mani avanti e spiegare le sue ragioni. Ammettendo che sì, «lesecutivo non è riuscito a mantenere le promesse». Ma con una premessa dobbligo: «Nonostante il mio impegno». Che alla fine, raccontava ieri Di Pietro ben sapendo che oggi i sindaci della provincia di Campobasso si ritroveranno tutti o quasi a piazza Colonna, ha fruttato almeno un sospirato contentino.
Se larticolo 27 della Finanziaria prevede infatti uno stanziamento di circa 200 milioni per la «chiusura dellemergenza conseguente alla crisi sismica Umbria e Marche del 1997» - quella, per capirci, di cui il panorama collinare del centro Italia non porta ormai più neanche un segno - nessun capitolo è stato previsto per il Molise. Dove a San Giuliano e Ripabottoni - il secondo comune più colpito - ancora si vive nei prefabbricati arrivati gentilmente in dono dalla Regione Lombardia. Di Pietro, però, almeno per salvare la faccia di fronte ai conterranei - Montenero di Bisaccia è proprio lì a un tiro di schioppo - si è stracciato le vesti in «quella notte» a Palazzo Chigi che, dice, «vorrei raccontare ma non posso».
E cosa ha ottenuto? Non certo ricche prebende se alla fine per il terremoto del Molise arriveranno pochi spiccioli e per giunta per via traversa. Larticolo 35 della Finanziaria, infatti, prevede un ricco finanziamento sulla Legge obiettivo: un mutuo quindicennale che in tutto renderà disponibili 62 milioni, di cui una trentina subito. Ma, si badi bene, da dividersi tra Molise e Puglia.
La verità, invece, è ben altra. E sta nei poco più di 300mila abitanti che conta il Molise. A mala pena un quartiere di Roma, dal punto di vista elettorale lo zero assoluto.