«MolMed, la ricerca punta al mercato»

«L’impegno di MolMed nella ricerca ha avuto successo: Tk, la terapia sperimentale per le leucemie su cui tanto stiamo investendo, ha ottenuto la «consacrazione» da parte della prima rivista internazionale del settore, The Lancet Oncology, e contiamo di immetterla sul mercato in tempi non lunghissimi. Un risultato importante, che conferma la bontà della decisione presa nel 2008 di quotarci, unica biotech in Italia, proprio per avere i mezzi necessari ai nostri progetti». Giustamente orgoglioso, il fondatore e ad della società, Claudio Bordignon, commenta questo momento storico per la sua «creatura».
Un successo della scienza: quando si tradurrà anche in risultato economico?
«Certo, questo è uno dei due prodotti di punta della nostra società: quanto più risalgono la scala dello sviluppo clinico, tanto più valgono. Attualmente Tk007 - questo il nome tecnico del farmaco - si trova nella fase III della sperimentazione, che si svolge nei centri clinici chiave di Europa e Stati Uniti. Quando l’avrà completata, i risultati saranno registrati per l’ingresso sul mercato, dove ci attendiamo una penetrazione importante, viste le caratteristiche uniche del farmaco».
Di che cosa si tratta?
«In termini semplici, Tk permette di trapiantare a un ammalato di leucemia acuta anche il midollo prelevato da un donatore solo parzialmente compatibile. Proprio la scarsità di donatori compatibili oggi impedisce a molti ammalati di essere curati attraverso il trapianto: e per questo motivo il nostro ha ottenuto lo status di farmaco “orfano”».
Che cosa significa?
«Che va a occupare una nicchia unica dal punto di vista delle indicazioni terapeutiche, quindi è necessario per curare una determinata patologia: ma proprio perché la richiesta non è elevata, dal punto di vista dei costi sarebbe proibitivo se sviluppato in circostanze normali. Quindi, per incentivarne la produzione vengono concessi particolari vantaggi, cioè un percorso autorizzativo più facile e l’esclusiva di mercato per dieci anni in Europa e 8 negli Stati Uniti. E abbiamo un altro farmaco sperimentale in questa situazione».
Quale sarebbe?
«È un biofarmaco antitumorale, denominato Ngr-hTnf, che ha ottenuto lo status di “orfano”, quindi necessario, per la cura del mesotelioma, cioè i tumori polmonari provocati dall’amianto: ma al tempo stesso ha molte altre indicazioni terapeutiche, che ne fanno un prodotto di grande interesse. Tanto che stiamo accelerando la sperimentazione, e speriamo di passare presto alla fase III».
Un impegno economico non indifferente: la società ha chiuso il 2008 con investimenti per 23 milioni, ma una perdita di 17,4.
«Ma anche la perdita in realtà è un investimento: tutte le aziende biotech agli inizi, quando tutto è puntato sullo sviluppo dei prodotti, sono in questa situazione.

Gli utili arrivano quando i prodotti sono sul mercato: farmaci del tipo dei nostri generano fatturati di miliardi di dollari l’anno. Il nostro obiettivo è far diventare MolMed una società “adulta”, che nei prossimi anni sia redditizia: una prospettiva giustificata dai risultati».

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