RomaElisa, come si sente «laltra» Meloni della politica italiana?
«Be, mi pare che ci sia spazio per entrambe. E mi fa piacere che ci siano ragazze della nostra età nel panorama non proprio giovane dei partiti di oggi».
Che rapporto ha con la Meloni ministra?
(Sorride) «A parte il nome nessuno. Non ho ancora avuto il piacere di conoscere Giorgia, ma da quando è diventata leader di Azione Giovani cera sempre qualcuno che chiedeva: è tua parente?».
Invece non cè nessuna parentela.
«No. Curiosamente entrambe abbiamo un cognome sardo, ma non lo siamo: lei romanissima, io toscanissima».
Cè qualcosa che vi accomuna, oltre allomonimia?
«Mi ha divertito scoprire che siamo tutte e due del 1977. Io sono nata il primo maggio, data cruciale, sono di sinistra anche sulla carta di identità».
E poi?
«Mi pare che anche Giorgia, come me, abbia fatto una carriera solida, dalla sezione fino al ministero».
Lei è figlia darte.
«Mi fa piacere ricordare che ho un nonno partigiano e una nonna che è stata la prima consigliera comunale donna, dalle sue parti».
Si sente una cooptata?
«Assolutamente no. Prima di questa nomina nel direttivo, Dario Franceschini lavevo visto una sola volta, quando è venuto a fare delle iniziative in campagna elettorale».
Quale è lultimo libro che ha letto?
«Quello molto bello di Concita De Gregorio, sul coraggio delle donne: si intitola Malamore, e racconta le storie di piccolo eroismo che ognuna di noi può avere come madre, moglie...».
Lei ha una bimba di 18 mesi, non teme di abbandonarla?
«Non se ne parla proprio. Limpegno nazionale sarà di un giorno al mese, per il resto sto sul territorio».
Lei ha citato Berlinguer e Che Guevara come suoi modelli.
«Oddio, se lei va a vedere nella mia pagina di Facebook trova tanti altri modelli che ho indicato oltre al Che: da Nelson Mandela a Sandro Pertini, a Giorgio Napolitano».
Che cè si è pentita di Che Guevara?
«No. Ma era soprattutto una passione giovanile».
Sul caso Englaro sareste state probabilmente divise.
«Io vengo dallala laica del Pd. Credo che la cosa più importante, sul tema del fine vita, sia la salvaguardia della volontà dellindividuo».
Il suo film preferito?
«Uno di qualche anno fa: Forrest Gump. Per la sua ingenuità».
Fa parte della generazione manga?
«Sì, sono cresciuta con Mila e Shiro, il mio cartone animato preferito, perché giocavo anche a pallavolo».
Lei ha una stipendio da funzionario di partito.
«Sì, sono 1.500 al mese, con il contratto Td del commercio! Non si può dire che navigo nelloro».
Nessuna altra entrata?
«Sono nel consiglio di amministrazione di un ente. Ma Calcolando che sottoscrivo al partito il 30% del mio gettone di rimborso, e le tasse, di 800 euro me ne restano in tasca 400. Ma sia chiaro che non mi lamento affatto».
Ha anche un mutuo...
«Ho comprato la vecchia casa di mia nonna. Sono 800 euro al mese. Sono separata dal mio ex compagno, che lavora nella pubblica amministrazione. Per fortuna ho i miei che se serve mi danno una mano».
Crede che le capiterà mai di fare una battaglia insieme con laltra Meloni?
«Abbiamo idee e posizioni diverse. Ma credo che in difesa delle donne queste differenze cadrebbero subito».
Chi butta giù dalla torre fra Veltroni e DAlema?
«Nessuno dei due».
Così non vale!
«Perché? Portano contributi diversi al partito, così come Franceschini, che ha dato subito segnali di rinnovamento».
Adesso è in conflitto di interessi.
«Lisola, senza dubbio. Così ci vado al mare con la mia bambina. Non sono di quelle divorate dallambizione. Ci sono tante cose in cui posso rendermi utile senza per forza dover fare il ministro».
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