Monaci del Gran San Bernardo lasciano la Val D'Aosta

Crisi delle vocazioni, dopo mille anni la congregazione si ritira. Nella Regione subalpina la Congregazione è presente da oltre mille anni e gestisce la casa di accoglienza 'Chateau Verdun' di Saint-Oyen che sarà dismessa entro il 2012

A causa della crisi di vocazioni, la Congregazione del Gran San Bernardo si ritirerà dalla Valle d'Aosta. Nella Regione subalpina la Congregazione è presente da oltre mille anni e gestisce la casa di accoglienza 'Chateau Verdun' di Saint-Oyen che sarà dismessa entro il 2012. Lo ha riferito il priore Jean-Marie Lovey a capo dell'istituzione religiosa che ha sede a Martigny, nel cantone svizzero del Valais, fondata nel 1050 da San Bernardo di Mentone. Conosciuta in tutto il mondo per la sua millenaria presenza nell'Ospizio del Gran San Bernardo, al confine tra Italia e Svizzera, nella struttura valdostana dei canonici del Gran San Bernardo (che sarà comunque gestita da un altro soggetto di cui è in corso l'individuazione) venne accolta nel 2006 Vika, la bimba bielorussa tenuta nascosta per circa un mese dai coniugi genovesi Giusto, affidatari della minore, che volevano evitarne il rimpatrio. Per la vicenda il responsabile del convento Francis Darbellay è stato condannato in appello per sottrazione di minore assieme alla famiglia affidataria. «La decisione di lasciare Chateau Verdun - ha precisato il priore Lovey - non ha nulla a che vedere con quei fatti, anzi l'aver accolto la bambina è considerato dalla nostra comunità come un bell'esempio della nostra secolare vocazione evangelica all'accoglienza che è rivolta a tutti, senza distinzioni».

Attualmente i canonici del Gran San Bernardo sono 45, e il loro numero si è dimezzato nell'arco di 40 anni. Sono dislocati in nove comunità, di cui sette in Svizzera (anche al colle del Sempione), una in Italia e una a Taiwan.

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