Mondiali atletica, la maledizione dei big: cade anche la Isinbayeva

Dopo Hooker, Bolt e Robles, flop della russa padrona da anni dell'asta, che non sale nemmeno sul podio con una gara disastrosa. Primo storico oro per la piccola isola di Grenada con il 19enne Kirani James nei 400. Trionfo di Rudisha negli 800, delusione La Mantia nel triplo donne

In copertina sul programma mondiale, sicuro eliminato. La maledizione di Daegu ha colpito anche Elena Isinbayeva, star della giornata e finita fuori dalla corsa al podio dell'asta. Tre episodi avevano solo fatto pensare alla casualità, ma il quarto rafforza i timori che si stanno diffondendo tra gli atleti iscritti ai mondiali: qualcuno avrebbe già chiesto al comitato organizzatore di togliere la sua foto dal programma giornaliero, perchè finora tutti quelli messi in «prima pagina» sono miseramente naufragati. Il primo giorno è toccato a Steve Hooker, campione di salto con l'asta, che non è neanche riuscito ad arrivare in finale. Poi è stata la volta di Usain Bolt, la cui squalifica per falsa partenza ha fatto naturalmente più notizia dell'oro dato per socntato. Ieri in copertina c'era Dayron Robles, cubano che corre i 110 metri ostacoli e che è stato squalificato al termine della finale che aveva vinto, per aver ostacolato con la mano il cinese Liu. E adesso la copertina era della bella russa del salto con l'asta.
Che in una gara disastrosa, non è riuscita ad andare oltre 4,65 metri, fallendo due volte i 4.80 metri, lasciando prima del terzo tentativo. Il titolo se lo è preso la brasiliana Fabiana Murer con 4,85 (record nazionale), seguita dalla tedesca Martina Strutz con 4,80 e dall'altra russa Svetlana Feofanova a 4,75.
In uno strano mondiale in cui i favoriti sembrano destinati a fallire, la vittoria se l'è cucita addosso conquistando il suo primo titolo iridato il keniano David Lekuta Rudisha negli ottocento metri, distanza in cui ha stabilito per due volte il record del mondo in una sola settimana lo scorso anno. Il 23enne masai, che non perde da due anni, da quando non riuscì per una ingenuità a conquistare la finale dei mondiali a Berlino, ha chiuso a 1'43''91 dominando la gara. Dietro di lui il sudanese Abubaker Kaki che ha finito in 1'44''91 e terzo il russo Yuriy Borzakovskiy con 1'44''49.
La piccola isola di Grenada conquista invece la sua prima medaglia d'oro in una manifestazione mondiale con il non ancora diciannovenne (li compie giovedì) Kirani James. Il giovane atleta ha chiuso i 400 in 44''60, sua migliore prestazione, battendo allo sprint il campione di Berlino e olimpico LaShawn Merritt, al rientro dopo una lunga squalifica per doping, beffato negli ultimi metri. Terzo il campione europeo Kevin Borlee, belga, che ha corso in 44''90. Quinto suo fratello gemello Jonathan. Il tedesco Robert Harting non ha avuto problemi a riconquistare l'oro nel lancio del disco con 68,97 metri, seguito dall'estone Gerd Kanter che ha lanciato a 66,95 e l'iraniano Ehsan Hadadi con 66,08, prima medaglia di sempre per il suo paese. Niente da fare invece per Milcah Chemos Cheywa che si riconferma terza come a Berlino nei 3000 siepi nonostante fosse approdata in finale con il tempo migliore. La vittoria è andata alla Russa Yuliya Zaripova che ha realizzato la migliore prestazione dell'anno vincendo in scioltezza con 9'07»03. Secondo posto per la tunisina Habiba Ghribi che ha corso in 9'11''97 (record nazionale) e terza la Chemos con 9'17''16.
Assegnato anche il titolo nell'eptathlon femminile, gara nella quale l'azzurra Francesca Doveri ha chiuso 23 con 5786 punti. L'oro è andato alla russa Tatyana Chernova, migliore prestazione dell'anno a 6880 punti, seguita dalla favorita della vigilia (e lungamente in testa) britannica Jessica Ennis, oro a Berlino, che ha totalizzato 6751 punti. Bronzo alla tedesca Jennifer Oeser finita con 6572 punti. Per gli italiani in gara oggi, Silvano Chesani non è andato oltre i 2,25 metri nel salto in alto, non raggiungendo così le fasi successive.


Nel triplo, delusione per Simona La Mantia: la campionessa europea indoor è rimasta a sorpresa fuori dalla finale, non andando oltre i 14,06 metri in cui ha regalato mezzo piede in battuta, e collezionando poi due nulli.

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