Mondiali di Sumo, in città sfide di «peso»

Mondiali di Sumo, in città sfide di «peso»

La miglior pubblicità contro l’anoressia non è il manifesto di Oliviero Toscani con la modella pelle e ossa, ma i lottatori di sumo (rikishi) che ieri si sono sfidati al centro sportivo Crespi nel primo torneo mondiale organizzato in Italia dal maestro Fausto Gobbi, vicecampione europeo della specialità. Un centinaio di atleti extra large di 18 nazionalità diverse che si sono abbracciati e strattonati seguendo rituali e tecniche di una disciplina che ha tremila anni di storia. Dalla Mongolia la star indiscussa, il campione del mondo Byambajav Ulambayar dall’incredibile mole e gli occhi a fessura che ha faticato appena un po’ ad aver ragione del campione tedesco.

Bene i marcantoni italiani, con cinque finiti sul podio. «Ma il nostro - assicura Gobbi - non è solo uno sport per colossi. In palestra ci sono persone normalissime, una maestra, una hostess e un parrucchiere che pesa appena cinquanta chili».

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