Barack Obama, la moglie Michelle e il vice presidente Joe Biden hanno osservato un minuto di silenzio alla Casa Bianca, per ricordare le vittime degli attentati dell’11 settembre. La commemorazione si è tenuta alle 8.46, l’ora esatta in cui il primo aereo si schiantò sulla Torre Nord del World Trade Center a New York. Sono iniziate in questo modo, come ogni anno, le celebrazioni per l'anniversario degli attentati che sconvolsero l'America e il mondo intero. Toccante minuto di silenzio anche a Ground Zero. Alcuni rintocchi di campanella hanno ricordato gli istanti in cui i due aerei dirottati si abbatterono sui grattacieli. La commozione, dopo 13 anni, è sempre molto forte, soprattutto tra i molti familiari delle vittime presenti.
Per dieci anni l'area dove un tempo sorgevano le Torri gemelle è stato un mega-cantiere. Quest'anno per la prima volta l'area appare quasi interamente ricollegata alle zone circostanti. La piazza che ospita le fontane in ricordo delle torri abbattute è aperta al pubblico dalle 19 alle 24: non era mai successo prima. La commemorazione, privata, è incentrata sulla lettura quasi interminabile del lungo elenco di nomi delle persone morte a New York, al Pentagono e in Pennsylvania. Migliaia di newyorkesi, e i principali leader politici della città, si sono radunati nella zona. Per la Grande Mela è anche la prima commemorazione da quando ha aperto, il 15 maggio scorso, il National september 11 Memorial Museum.
Per alcuni parenti delle vittime il crescente senso di riacquistata normalità di Ground zero getta un'ombra sulla tragedia e sembra sminuire la loro sofferenza: "Invece di avere un posto pacifico per riflettere, abbiamo un luogo in cui si rincorrono i ragazzini", afferma Nancy Nee, sorella del vigile del fuoco George Cain, morto l'11 settembre. "Alcuni dimenticano che questo è un cimitero. Personalmente non andrei mai al museo dell'Olocausto per farmi una foto", ha aggiunto. Altri sentono invece che le opere realizzate negli anni giochino un ruolo importante in un processo di guarigione. "La prima volta che ho visto il One World trade center, ho sentito come se il mio cuore cantasse", ha detto Debra Burlingame, il cui fratello Cherles era pilota dell'aereo che si schiantò al Pentagono. "Mi succede ogni volta, perché simboleggia così bene ciò che il Paese ha attraversato", ha aggiunto commossa.
Quella tragica giornata
Quella mattina di 13 anni fa le Twin Towers, le più alte di Manhattan e del Nord America, simbolo di New York e del capitalismo occidentale, furono le prime a essere colpite. Alle 8,46 un volo dell’American Airlines partito da Boston si schiantava contro la Torre Nord del Wtc. Alle 9,03 un secondo aereo della United Airlines, partito sempre da Boston, colpisce la Torre Sud. Manhattan è isolata e le operazioni di Wall Street sono interrotte. Passano quaranta minuti e alle 9,43 un volo dell’America Airlines decollato da Washington colpisce il Pentagono. La Casa Bianca viene subito evacuata. Alle 9,59 crolla la Torre sud del World Trade Center. Alle 10,03 precipita in un campo in Pennsylvania un altro volo della United Airlines partito da Newark. Alle 10,28 collassa anche la Torre nord del Wtc. Alla fine è una carneficina: il bilancio degli attacchi suicidi è di 2.996 vittime, 24 dispersi e circa 6.400 feriti.
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