Addio alla vecchia politica: ora in Francia si estrae a sorte

MaVoix, letteralmente "La mia voce" (ma in francese "voix" significa anche voto), denuncia il fallimento della democrazia rappresentativa e si fa portavoce "di chi non vota più"

Addio alla vecchia politica: ora in Francia si estrae a sorte

La democrazia rappresentativa ha fallito. O almeno, così la pensa un gruppo di visionari di Strasburgo. Sono i #MaVoix, un collettivo di cittadini che potrebbe stravolgere le regole dell'agone politico finora rispettate: sì perché i loro candidati verranno estratti a sorte.

Un metodo "nuovo" ma al contempo vecchio come il mondo: nell'antica Atene, così come in molte città-stato italiane del primo rinascimento, era il principale metodo di governo. Attraverso il sorteggio si estirpava alla radice il rischio che individui con troppo potere e carisma potessero facilmente ignorare i reali interessi delle classi più deboli. E forse proprio agli antenati si sono ispirati i cittadini alsaziani, che domenica (si vota per sostituire un deputato dimissionario) presenterà un candidato estratto a sorte.

#MaVoix, letteralmente "La mia voce" (ma in francese "voix" significa anche voto), denuncia il fallimento della democrazia rappresentativa e si fa portavoce "di chi non vota più (l’astensione è in costante crescita, ndr), di chi vota scheda bianca, di chi vota turandosi il naso e non vuole più firmare assegni in bianco ai partiti". L’obiettivo è chiaro: "Hackerare l’Assemblée Nationale" alle Politiche del 2017. Vuole infiltrare la Camera bassa del Parlamento francese con comuni cittadini che dovranno limitarsi a premere un pulsante, obbedendo alla base. Un sogno di democrazia diretta che in Italia ha dato la spinta al Movimento 5 Stelle. Quelli di MaVoix ci credono: "Mettiamo il caso che il nostro gruppo parlamentare sia composto da 10 deputati.

Noi avremo una piattaforma online in cui gli iscritti potranno votare sulle singole proposte di legge: se il 70% dei nostri militanti voterà sì, il 20% voterà no e il 10% si asterrà, i nostri deputati si divideranno così: 7 voteranno sì, 2 voteranno no e uno si asterrà", spiega Adeline, tra i promotori del collettivo di Strasburgo, riunito ieri in una sala da tè a due passi dalla stazione.

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