Decine di prigionieri impiccati ogni giorno, per poi essere bruciati nei forni crematori, in modo che ogni traccia scompaia. È questa l'accusa che dal Dipartimento di Stato americano viene rivolta al regime di Damasco, sostenendo che le forze leali al presidente Bashar al-Assad starebbero mettendo in atto esecuzioni di massa nella prigione militare di Sednaya, alla periferia settentrionale della capitale.
Una struttura interna, ritengono gli americani, è stata trasformata in un vasto forno crematorio, per cancellare le prove delle almeno cinquanta esecuzioni che avvengono ogni giorno nel carcere, dove si trovano migliaia di persone. E in mano all'amministrazione Trump ci sono diverse immagini satellitari, presentate alla stampa perché declassificate, che corroborerebbero le accuse.
Stuart Jones, assistente segretario per gli Affari esteri del Vicino Oriente, parla di "nuovi livelli di depravazione raggiunti" da Bashar Assad e di "atrocità ben documentate", aggiungengendo che la Russia, dal canto suo, "ha aiutato o passivamente guardato dall'altra parte".
Già nel febbraio scorso Amnesty aveva pubblicato un rapporto sul carcere militare, definito "una macelleria di uomini", in cui accusava Damasco di avere ucciso oppositori politici a migliaia
tra il 2011 e il 2015. Alla base del rapporto ottantaquattro interviste ad altrettanti testimoni tra cui guardie carcerarie, impiegati ed ex detenuti, ma anche giudici e avvocati oltre che esperti locali e internazionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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