Le ferrovie tedesche hanno ripreso a funzionare normalmente dalla frontiera austriaca dopo che la Germania ha ripristinato i controlli alle frontiere. Lo ha annunciato un portavoce di Deutsche Bahn (Db), chiedendo l’anonimato e precisando che il servizio è ripreso alle 07:00 locali. Di fatto dunque dopo le polemiche di questi giorni, Berlino riapre le frontiere per accogliere i profughi. Ma le mosse della Cancelliera Merkel agitano e non poco le acque della maggioranza e del suo governo.
Dopo i cartelli di benvenuto per i primi treni di rifugiati arrivati dall’Ungheria via Austria, il flusso si è ingrossato e così è scoppiato un vero e proprio caso politico. Ieri il vicecancelliere, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, aveva avvertito che la Germania si vede "in una situazione in cui stiamo raggiungendo i limiti", specificando che "la velocità degli arrivi è quasi più problematica del loro numero". Oggi ha auspicato che l’Unione europea metta mano al portafoglio fornendo 1,7 miliardi di aiuti per distribuire cibo, alloggi e "soprattutto" istruzione scolastica nei campi in Libano e Giordania. Aggiungendo che Stati Uniti ed i paesi del Golfo dovrebbero mettere altrettanto. Il compagno di partito e sindaco di Monaco di Baviera (la città più ricca dell’intera Germania), Dieter Reiter, ha denunciato che "non sappiamo più come fare con i profughi", chiedendo che anche gli altri laender diano una mano. "Monaco e la Baviera non possono far fronte da sole a questa sfida enorme", ha aggiunto. Nella sola giornata di ieri a Monaco si sono registrati oltre 12 mila arrivi. Ma anche nel campo del partito della Cancelliera stanno emergendo fratture significative. La Csu, la versione bavarese dei cristiano-democratici tedeschi e partito gemello della Cdu della Merkel, già nella crisi della Grecia aveva scelto la linea dura. Ed oggi sono ancora esponenti della Csu a giocare nel ruolo dei falchi.
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