Brasile, arrestati quattro attivisti ong antincendio: appiccavano loro i roghi

Dovevano combattere gli incendi, ma appiccavano roghi per ricevere finanziamenti internazionali. La sinistra brasiliana: “Una montatura”

Brasile, arrestati quattro attivisti ong antincendio: appiccavano loro i roghi

Sulla carta dovevano combattere gli incendi in Brasile, ma in realtà erano loro i primi ad alimentare i roghi in Amazzonia.

Quattro volontari dell’associazione Progetto Salute ed Allegri (Psa), una Ong che si batte per contrastare la piaga degli incendi che stanno devastando la foresta amazzonica, sono stati arrestati dalla polizia brasiliana con l’accusa di aver dato alle fiamme ampi territori della località di Alter do Chao, nello Stato del Parà, per ricevere finanziamenti internazionali.

La sinistra è subito insorta, accusando gli investigatori di aver montato un caso ad hoc per favorire la ricostruzione del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, il quale aveva più volte puntato il dito contro la presunta attività criminale delle ong in terra brasiliana. Bolsonaro, a sua volta accusato da numerose associazioni per essere il responsabile indiretto degli incendi, ha più volte sottolineato come numerosi roghi appiccati in Amazzonia fossero in realtà da attribuire alle Ong.

Il direttore della Ong e la sinistra brasiliana attaccano Bolsonaro

Tornando all’episodio degli arresti, la polizia ha perquisito la sede del Psa a Santarem, sequestrando documenti e pc dell’associazione. Tre delle quattro persone fermate facevano parte della cosiddetta brigata antincendio di Alter do Chao; gli agenti sospettano che possano essere i responsabili degli incendi scoppiati lo scorso settembre.

Le intercettazioni telefoniche in mano agli inquirenti hanno dimostrato come la Ong avesse ottenuto un contratto con il Wwf, al quale era riuscita a vendere 40 immagini per la somma di circa 15 mila euro. Lo stesso Wwf, inoltre, era poi riuscito a raccogliere per la stessa Ong importanti donazioni per combattere gli incendi in Amazzonia, fra cui 500 mila dollari provenienti dall’attore Leonardo Di Caprio.

Il direttore del Psa, Caetano Scannavino, ha respinto ogni accusa: “Sembra quasi uno scherzo, una situazione senza senso. Adesso manca solo che vadano ad arrestare i volontari che stanno pulendo le chiazze di greggio sulle spiagge". Dura anche la replica della sinistra brasiliana, che per bocca del deputato del Partito Socialismo e Libertà, Edmilson Rodrigues, ha attaccato Bolsonaro: "Questa è chiaramente una montatura, una storia che stanno inventando per dare ragione a Bolsonaro. Non si può permettere questa criminalizzazione dei movimenti sociali e delle Ong”.

La giustizia

adesso farà il suo corso. Ma nel frattempo il morale della favola è che a finire nell’occhio del ciclone è una Ong che avrebbe dovuto contrastare gli incendi, non certo favorirli per colpa di qualche suo presunto piromane.

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